Ascoli, Lupo spiega i motivi dell’addio: «Ho dovuto lottare contro interferenze di altre persone»

Intervenuto ai microfoni de “Il Resto del Carlino” Fabio Lupo ha parlato in merito al suo addio all’Ascoli.

Ecco quanto dichiarato dall’ex rosanero:

Lascio ancora una volta una piazza che mi ha stimato e anche commosso. Verso Ascoli nutro affetto: per il rapporto con i tifosi, i giocatori, lo staff e per l’opportunità che mi ha dato il patron posso dire che vado via senza rancore. Perché sono andato via? Che non abbia rancore non vuol dire che non ci siano motivazioni. Chiariamo subito che da un punto di vista umano tra me e il patron non è mai scoccata la scintilla. Il che, tuttavia, non ci ha impedito di lavorare in modo professionale. Le dimissioni sono dovute a delle interferenze fortissime contro cui ho dovuto lottare sia durante il mercato che in questo mese e mezzo di campionato. Interferenze dirette e indirette, sia da persone senza ruoli ufficiali che da componenti di quella che chiamo “la Corte dei Miracoli”. Il patron, su pressioni di questi personaggi, ha operato a sua volta pressione sulle mie valutazioni e decisioni. Voglio correre il rischio di passare per presuntuoso: se è stata allestita una rosa di buon livello è solo grazie alla mia esperienza e credibilità presso gli agenti e gli altri dirigenti.

Se mi riferisco a De Santis e Pochesci? A loro ma non solo. Pochesci chiamava giocatori e agenti a nome e per conto dell’Ascoli Calcio. Ripeto, per fortuna ho una certa reputazione ed esperienza altrimenti fare un mercato coerente e credibile sarebbe stato impossibile. Qualche operazione è persino saltata a causa delle ingerenze di questi personaggi. Pensate che quando io e il patron abbiamo incontrato l’agente di Sabiri, due settimane fa nella sede di Bricofer a Roma, è stato lo stesso procuratore a dire ‘Troppe persone hanno interferito nelle trattative: se ci fossimo stati solo noi tre, come oggi, forse avremmo trovato una soluzione».