“Affermare il proprio ruolo, se mai ce ne fosse bisogno, e sottolineare ancora una volta che da sabato, dopo il pareggio con il Pescara, la promozione diretta dipende solamente dal Palermo. C’è soprattutto questo nelle parole del direttore sportivo del Palermo Aladino Valoti all’indomani della sua prima crisi vissuta in rosanero. «Quando Zamparini si fa sentire fa piacere – dice Valoti – specialmente se si pensa che con le sue parole possa dare una scossa. Sulla gestione dei due cambi nello staff non c’è stato un esonero. Un mese e mezzo fa abbiamo inserito nuove figure, pensando che potessero coesistere, ma poi ho detto io stesso al presidente che sarebbe stato necessario avere in squadra meno confusione possibile. Ho fatto una scelta, in buona fede e nel rispetto dei professionisti seri che sono andati a casa. Umanamente dispiace, ma in questo momento abbiamo bisogno di punti di riferimento unici. Il fatto che sia accaduto dopo la partita di sabato è una coincidenza». Per Valoti non è il momento di disperdere il lavoro che ha fatto il Palermo fino a questo punto del campionato. «Vogliamo andare in A puntando sulla nostra solidità – sottolinea Valoti – questo è un campionato difficile in cui anche le grandi hanno difficoltà come è successo per ultimo al Perugia. Quello con Zamparini è stato un momento di confronto e analisi: questi spazi servono per trovare soluzioni e Tedino durante l’incontro era sereno. Anche noi abbiamo avuto un periodo difficile, dopo la sconfitta di Perugia eravamo staccati di sei punti dal Frosinone, oggi lo abbiamo superato per effetto degli scontri diretti». A proposito delle scelte di Tedino, poi, Valoti riesce a tenere le distanze fra le ultime formazioni dell’allenatore e le parole di Zamparini. « Se Tedino ha schierato le due punte – dice – è per avere qualcosa in più in attacco. Sabato abbiamo giocato la quinta partita in venti giorni, un tour de force iniziato con i giocatori contati. Questa squadra, nonostante tutto, è riuscita a recuperare il terreno che aveva perso ed è pronta per la volata finale. Abbiamo una responsabilità grandissima, e l’abbiamo tutti, io per primo: se non portiamo il Palermo in A abbiamo fallito»”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.