Corriere dello Sport: “Calendario rivoluzione all’italiana. Ecco quando si giocherà in A dal prossimo anno”

Il signore che ha letteralmente in mano il futuro economico del calcio italiano è un brillante avvocato fiorentino. Si chiama Luigi De Siervo, ha 48 anni, è stato il numero uno di Rai Com. Da poco meno di un anno ricopre l’incarico di amministratore delegato di Infront Sports & Media, società di proprietà del gruppo cinese Wanda che, nel 2015, l’ha acquistata per 1 miliardo e 50 milioni di euro. Infront è il primo consulente della Lega di A che, a causa delle liti furibonde sulla ripartizione dei diritti tv, è appena stata commissariata dalla Federcalcio. Il commissario è Carlo Tavecchio, presidente federale il quale, ieri mattina, alla radio di Stato, ha annunciato un’altra rivoluzione, dopo la moviola in campo pronta a scattare nella prima giornata del prossimo campionato.

LE 10 FINESTRE. Tavecchio dixit: «Il calendario è tutto in funzione dei diritti tv e dei fusi orari del mondo. Bisognerà cercare di compendiare le due cose con un risultato accettabile. Ho visto che in Spagna sono già tre le partite della domenica pomeriggio. É un problema di fuso, di vendita di diritti, di mantenimento dei costi stellari delle grandi organizzazioni. Di questi fatti bisogna prendere atto». Sarà così, avvocato De Siervo? Al telefono da New York, il Signor Infront puntualizza: «Non esattamente, anche se ho compreso lo spirito dell’intervento di Tavecchio, il quale, comprensibilmente, smania dal desiderio di intervenire presto e subito per sbrogliare la matassa dei diritti televisivi. Il modello spagnolo è quello delle dieci finestre: dieci partite della Liga, in programma dal venerdì al lunedì, ad orari sfalsati, per consentire di seguirle tutte al telespettatore che lo desideri. Questo modello non verrà replicato in Italia. O quantomeno, non sarà lo schema suggerito da Infront alla Lega. Da sei mesi stiamo lavorando sodo per presentare ai club un’analisi completa e approfondita sulla situazione dei campionati europei televisivamente più appetiti e appetibili. E, mi permetta il malcelato orgoglio, ho la presunzione di affermare che si tratti di uno studio talmente esaustivo da soddisfare le richieste che le società ci hanno avanzato».

LO SPEZZATINO. Una dato è incontrovertibile: affamato di denaro com’è, il calcio italiano insisterà lungo la strada dello spezzatino, con la conferma dell’anticipo «cinese» alle 12,30 del sabato , modello derby prepasquale di Milano; la variante dell’anticipo dell’anticipo, la sera di venerdì, legato anche agli impegni nelle coppe europee dei sei club in lizza fra Champions ed Europa League; la conferma del posticipo del lunedì. E la domenica pomeriggio? De Siervo parla chiaro: «Vogliamo e dobbiamo tenere conto delle opinioni di tutti i club della Lega, compresi i meno favorevoli a uno spezzatino integrale. Quindi, almeno tre partite si disputeranno la domenica pomeriggio. Del resto, in materia non si tratterebbe di una novità assoluta».

OBIETTIVO 1.400 MILIONI. Il Signor Infront ricorda: «Attualmente, le tv garantiscono al calcio italiano una cifra annua di 1 miliardo e 200 milioni di euro. L’obiettivo del nuovo accordo triennale 2018-2021 è incrementare questa cifra di almeno 200 milioni di euro: cento milioni in più dai diritti esteri e 100 milioni in più dalle piattaforme televisive nazionali. Lei mi chiede se la conflittualità che ha portato al commissariamento in Lega abbia danneggiato il nostro lavoro? Di sicuro, l’ha complicato. Il lato positivo della vicenda è che, oggi, sappiamo di avere un interlocutore unico nella persona del commissario. Incontrerò a breve Tavecchio e i vicecommissari Nicoletti e Uva per fare il punto della situazione, illustrare loro il lavoro di Infront e le scadenze che ci attendono, a cominciare dai passaggi previsti dalla legge davanti all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e l’Antitrust». E poi? «E poi, in luglio, il quadro che presenteremo alla Lega sarà completo».

BENVENUTA SUNING. Avvocato De Siervo, lei è convinto che un compromesso sia possibile, considerando l’elevato tasso di litigiosità dei vostri interlocutori in Via Rosellini nonché la vistosa frattura fra le Grandi da una parte e, dall’altra, le Medie e le Piccole che reclamano una nuova e più equa ripartizione della torta? «Un accordo è nell’interesse collettivo. Il cammino è ancora lungo, ma la strada da percorrere è obbligata. E questo lo sanno tutti». Anche perché, lungo questa strada irromperà un nuovo compagno di viaggio: Suning, proprietaria dell’Inter. In poco meno di un mese, il colosso asiatico ha acquistato i diritti della Liga, della Premier League e della Bundesliga. Spesa complessiva: circa 1 miliardo di euro. E, siccome Suning, dal 2013 è socio controllante di Pptv, la piattaforma on line dalla quale trasmette calcio e altri sport in tutta la Cina, a Nanchino dicono non veda l’ora di scendere in campo anche nell’asta per i diritti tv. Le risulta? «Mi risulta che la Cina sia un mercato sempre più importante per la serie A e faremo di tutto per sfruttarlo nel modo più redditizio». Abbiamo capito“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.