Zambrini sul caso Schelotto: «Impossibile avere deroghe, il club doveva sapere»

«La normativa vigente parla chiaro». Sono le prime parole di Cristian Zambrini, esperto in diritto ed economia dello Sport, che ai microfoni de “Il Giornale di Sicilia” si è espresso sul caso Schelotto: «La normativa è chiara ed è abbastanza discutibile che una scoietà di livello come il Palermo non si sia accertata prima della situazione. Senza soluzioni? La Figc applica disposizioni internazionali. Il riferimento è l’Uefa convention del 2015. L’articolo 19 di questo regolamento stabilisce che “la prima squadra della società della Lega nazionale professionisti serie A, deve essere obbligatoriamente affidata ad un tecnico professionista di Prima categoria-Uefa Pro”. L’articolo 20 stabilisce che ‘la qualifica di direttore tecnico è riconosciuta a coloro che abbiano svolto a seguito di regolare abilitazione, l’attività di tecnico responsabile di prima squadra nel campionato di massima divisione almeno per 5 anni e aver conseguito risultati particolarmente qualificanti. Per allenatori provenienti da altre federazioni è necessario il parere favorevole del presidente della Figc. Schelotto avrebbe dovuto partecipare con esito positivo ai corsi di Coverciano. Deroghe? Solo in Argentina poteva ottenerla»