L’edizione odierna de “La Nuova Venezia” si sofferma sui debiti del Venezia e su un fondo che potrebbe salvare il club.

Si chiama Cerberus il fondo d’investimento statunitense che potrebbe salvare il Venezia. La società, complice anche la gestione allegra – ingaggi spropositati ai giocatori ereditati nella stagione della Serie A – deve fronteggiare una situazione debitoria che si aggira sui 50 milioni di euro. Cerberus – un patrimonio di 30 miliardi di dollari – che tentò di acquistare la Sampdoria assieme alla britannica Redstone Capital, 50 milioni di euro sarebbero bazzecole. Secondo quanto riferito a fine gennaio dal presidente Niederauer, il fondo, di cui non rivelò il nome, dovrebbe acquistare il 40% delle quote del Venezia Fc. Il condizionale è d’obbligo perché, a ottobre, l’ex Ceo della Borsa di New York aveva dichiarato che l’obiettivo era quello di cercare un socio di maggioranza. A metà marzo, al termine della due diligence, la situazione potrebbe invertirsi e Cerberus potrebbe avere la maggioranza delle quote.

Il fondo Cerberus ha un’ampia gamma di investimenti, inclusi il settore immobiliare e prestiti bancari in sofferenza, dimostrando una strategia di intervento che prevede l’ingresso nella compagine azionaria di società in difficoltà, la loro ristrutturazione e successiva rivendita. Il fondo ha mostrato un interesse significativo in Italia, soprattutto nel settore delle aziende in crisi e degli NPL (Non-Performin Loans). Tra le operazioni più note, il fondo ha manifestato l’intenzione di acquisire Alitalia, proponendo un piano di ristrutturazione che includeva tagli di organico e di costi, simile a quello già applicato con successo per Air Canada. Cerberus Capital Management è attivo in diversi settori, inclusi il private equity, il debito di aziende in difficoltà finanziaria. Il fondo ha cercato di raccogliere tre miliardi di dollari per il suo ultimo fondo di punta, Cerberus Institutional Partners VII, che si concentra su una gamma di investimenti che spaziano dal private equity al debito di aziende in difficoltà finanziaria.
debiti

Certo, se si paragona la situazione debitoria dell’Inter, che si sta avviando alla conquista dello scudetto (807 milioni di debiti e patrimonio netto in negativo per 161,9 milioni), una passività di 50 milioni non dovrebbe spaventare più di tanto. Un club di Serie B, però, non ha gli stessi contributi federali di una società di A e, nel caso dell’Inter, non ha la pioggia di premi che arrivano dall’Uefa. Invece, la situazione, dalle parti di Ca’ Venezia, è molto grave. I mancati pagamenti delle ultime rate sugli acquisti di Cuisance ed Henry, per un totale di tre milioni, bloccheranno il mercato in entrata fino al 31 gennaio 2025. Altre due sessioni di mercato durante i quali il club dovrà cercare, come accaduto per Johnsen, solo di vendere per pagare gli stipendi ai tesserati, come avvenuto pochi giorni fa.

SCHIARITA? È ovvio che se si concretizzasse l’ingresso di Cerberus nel club, una schiarita ci sarebbe. I debiti sarebbero ripuliti, comprese le pendenze con i tanti fornitori e non solo di materiale sportivo. Spetterà, poi, al fondo decidere se rimanere o meno nella società o rivendere il suo 40% ad altri possibili compratori. Certo, che se a Vanoli e al suo gruppo riuscisse il miracolo di conquistare la Serie A, lo scenario potrebbe cambiare e il fondo con sede a New York potrebbe decidere di rimanere in un club che rappresenta la città più bella del mondo.