Taglio stipendi calciatori: cosa dice la legge a riguardo e la situazione in casa Palermo

Non è mai capitato che un torneo non sia stato concluso per colpa di una pandemia. È possibile che il calciatore stia a casa e il club sia comunque obbligato a pagargli lo stipendio? Questione di difficile interpretazione e in ogni caso il discrimine potrebbe essere la durata del periodo di inadempimento della prestazione. C’è un articolo del Codice civile, il 1256, secondo sui “l’obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile”.

Che succede se l’impossibilità è temporanea come nel caso della Serie A? In questo caso il debitore della prestazione (il calciatore) non è responsabile dell’inadempimento. “Tuttavia l’obbligazione si estingue se l’impossibilità perdura fino a quando, in relazione al titolo dell’obbligazione o alla natura dell’oggetto, il debitore non può più essere ritenuto obbligato a eseguire la prestazione ovvero il creditore non ha più interesse a conseguirla”. Una società di calcio deve comunque corrispondere l’ingaggio? Sì ma come è legittimo che il calciatore/lavoratore non offra la prestazione data la situazione contingente sarebbe altrettanto legittimo da parte del datore di lavoro applicare una riduzione dei compensi.

È legittimo che i club convochino ancora i calciatori per gli allenamenti? In teoria sì ma – restando nell’ambito del Codice civile – l’articolo 2087 chiarisce che “l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. La domanda sorge spontanea: come è possibile tutelare l’integrità fisica dell’atleta se, nel caso specifico, il calcio è uno sport di contatto e condivisone?

Ebbene, al termine dell’Assemblea della Lega Serie A (6 aprile ndr) si è deliberato una riduzione degli emolumenti di calciatori, allenatori e tesserati delle prime squadre pari ad un 1/3 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 4 mensilità medie onnicomprensive) nel caso non si possa riprendere l’attività sportiva, e una riduzione di 1/6 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 2 mensilità medie onnicomprensive) qualora si possano disputare nei prossimi mesi le restanti partite della stagione 2019/2020 (CLICCA QUI). Nei giorni scorsi, diverse società hanno raggiunto un accordo con i propri calciatori, vedi Lecce, Monza, Modena, Pordenone e tante altre.

Il Palermo in tal senso ha erogato gli emolumenti di marzo e di aprile ai calciatori, mettendo in CIG 5 collaboratori che potevano richiederla. La società, attraverso un comunicato (CLICCA QUI), ha stabilito il “rompete le righe” e, in questi giorni, erogherà gli emolumenti di maggio. Il recente Consiglio Federale FIGC, attraverso un comunicato ufficiale, ha decretato lo stop definitivo dei campionati dilettantistici. Il Consiglio, inoltre, ha stabilito che per essere ammessi al prossimo campionato, le Società dovranno pagare gli emolumenti netti (quindi senza oneri e tributi) entro il 31 maggio. Mentre, per quanto riguarda l’impianto delle garanzie fideiussorie, per la Lega B è stato confermato l’importo di 800 mila euro e per la Serie C l’importo di 350 mila euro. Il Palermo dunque, dovrà versare circa 1/3 della quota versata la scorsa stagione (1.000.000€) per partecipare al prossimo campionato di Lega Pro che, ricordiamo, partirà non prima del 1° settembre 2020.