Striscione per Speziale al Barbera. La figlia di Raciti: “Inquietante l’asse con Catania. Ritengo grave…”

A commentare la vicenda dello striscione degli ultras del Palermo a favore di Speziale, è stata anche la figlia dell’ispettore ucciso nel 2007. Ecco alcune sue parole riportate da “La Repubblica”:  «Quello striscione è un’offesa alla memoria di mio padre, un servitore delle istituzioni morto nell’adempimento del dovere». Fabiana Raciti, la figlia dell’ispettore ucciso allo stadio, si dice «amareggiata, delusa». E invita a mantenere alta l’attenzione sugli ultrà. Un mese fa si è laureata in Giurisprudenza, con una tesi dedicata al padre. Si intitola: “Sicurezza ed eventi sportivi: dal Trattato 218 del Consiglio d’Europa al Caso Raciti”. Quali nuovi pericoli intravede negli stadi siciliani? «Mi preoccupa l’alleanza fra Palermo e Catania, tifoserie da sempre contrapposte. Un’alleanza che sottintende una nuova organizzazione del tifo? Non ci deve essere un altro Raciti». Eppure tanti passi sono stati fatti negli stadi. Cosa sta accadendo adesso? «Anch’io pensavo che fossimo molto più avanti. Ma ora sono delusa. Ritengo davvero grave quello striscione, perché si inneggia a un condannato ormai in via definitiva, è anche un un modo per attaccare la polizia». Cosa si può fare per proseguire l’impegno in favore dello sport? «Oggi, più che mai, è necessaria una cooperazione fra tutti coloro che organizzano e partecipano agli eventi: la società sportiva, i gruppi dei tifosi, le autorità. Solo con una cooperazione più efficiente si possono superare le difficoltà. E poi bisogna fare di più nelle scuole, attraverso la formazione delle giovani generazioni. Certi gesti negli stadi sono il frutto di una sottocultura strisciante»