Sicilia. Scuole, domani il rientro in classe. Palermo. Primo giorno all’Umberto tra Dad e aule deserte: “Ma speriamo nel futuro”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul rientro a scuola previsto per domani in Sicilia.

Di Mitri alla prima ora di greco è sola. Alle sue spalle file di banchi vuoti con i suoi compagni ridotti a piccole icone su un grande schermo. Tutti a casa con una richiesta di didattica digitale integrata autorizzata dal preside. Accanto, invece, una classe terza è quasi al completo: di studenti in dad soltanto due. Mentre in un’altra aula ancora, la professoressa di latino e greco, Anna Maria Lino, fa lezione in solitudine come accadeva in pieno lockdown nel 2020: la classe in blocco, venticinque ragazzi, è collegata da casa.

La fotografia della scuola che riparte in presenza dopo oltre venti giorni di vacanza e all’indomani della sospensione dell’ordinanza del sindaco Leoluca Orlando da parte del Tar, al liceo classico Umberto I come in tutti gli istituti, è fortemente segnata dall’impennata dei contagi e dalla paura, condite però dalla voglia di ricominciare degli studenti, vaccinati per il novanta per cento nella scuola di via Parlatore. I sorrisi, dietro le mascherine Ffp2, ci sono. « Preferisco stare da sola in aula che sola a casa nella mia stanza — dice Chiara Di Mitri della quinta C — So che il periodo è difficile, ma adesso che mi sono vaccinata mi sento più sicura e soprattutto sono stanca di quasi due anni ormai di studio a singhiozzo. Arrivo ogni mattina da Monreale, ma per fortuna mi accompagnano con l’auto».

Dopo la prima ora di greco si passa alla religione. La professoressa recita l’appello guardando lo schermo del computer. Per fortuna il liceo Umberto è sempre un passo avanti sulla strada della tecnologia. La scuola è cablata con una potentissima rete, come fosse una facoltà universitaria. «Ci sono tanti casi di contagi, ma non è soltanto questo che trattiene i ragazzi a casa, speriamo di poter tornare davvero tutti dal vivo », dice la professoressa Maria Giovanna Maselli. Fra chi ha chiesto di attivare la dad, infatti, non ci sono soltanto i contagiati dal Covid — fino a ieri cinquanta alunni, tre docenti e un collaboratore scolastico — ma anche i ragazzi che hanno parenti fragili in famiglia o che sono a rischio perché per raggiungere la scuola usano i mezzi pubblici, magari più di uno se arrivano da fuori città.