Repubblica: “Sicilia, la Regione cerca mascherine in Cina. Stipulati due contratti per 5 milioni di dispositivi di protezione, coinvolta anche la Corea”

La Sicilia è alla disperata ricerca di mascherine per combattere l’emergenza Coronavirus. In piena notte c’è stato un blitz da parte dell’assessorato regionale alla Sanità per far arrivare dispositivi sanitari dalla Cina e dalla Corea, l’edizione odierna di “La Repubblica” fa il punto della situazione. Due contratti firmati in piena notte, un blitz per cercare di aggirare le lentezze burocratiche della protezione civile nazionale e della struttura commissariale voluta da Palazzo Chigi. L’assessorato regionale alla Sanità si muove in proprio per far arrivare mascherine chirurgiche e anti Covid in Sicilia, nella speranza di dare una risposta ai sessantamila medici, infermieri e operatori sanitari che in queste ore rischiano contagi non avendo le protezioni adeguate. Due contratti, del valore di circa 3 milioni di euro, per far arrivare 5 milioni di pezzi da due grandi produttori internazionali, la Cina e la Corea del Sud.
Attraverso triangolazioni varie con consolati e ambasciate, e dopo aver chiesto aiuto a chiunque potesse avere contatti internazionali, compresa l’Università di Pittsburgh socia dell’Ismett, l’assessorato guidato da Ruggero Razza è riuscito a contattare dei fornitori importanti firmando due contratti. Il primo per tre milioni di mascherine chirurgiche, che dovrebbero arrivare dalla Cina, e il secondo con la Corea del Sud per due milioni di mascherine ffp2 e ffp3, che sono quelle anti virus che devono indossare innanzitutto gli addetti ai reparti Covid e alle terapia intensive, anche se in realtà tutti i 60 mila ospedalieri dovrebbero averle sempre. Dalla protezione civile nazionale ad oggi sono arrivati appena 32 mila pezzi di queste mascherine antivirus. Un numero irrisorio bastato per appena sei giorni considerando un fabbisogno medio di 6 mila mascherine al giorno solo per i reparti Covid e le rianimazioni. Ieri il commissario nazionale per l’emergenza Domenico Arcuri ha annunciato un volo con materiale urgente per l’Isola. Ma la Sicilia prova comunque a mettere in sicurezza i medici e i sanitari per i prossimi due mesi attraverso queste due mega commesse. Anche se in piazza Ottavio Ziino si incrociano le dita: la scorsa settimana l’assessore Ruggero Razza aveva dato il via libera all’acquisto di due milioni di mascherine che dovevano arrivare dalla Turchia e sono state bloccate alla frontiera turca. Queste due nuove commesse dall’Oriente dovrebbero arrivare a Milano Malpensa e qui poi, attraverso canali della protezione civile nazionale, essere trasferite in Sicilia. E proprio su quest’ultimo punto la Regione teme ulteriori lentezze, perché la macchina della protezione civile nazionale al momento sembra imballata ed è già accaduto che alcune forniture destinate alle regioni si siano perse per strada o siano state dirottate altrove. « Speriamo bene», dicono dall’assessorato regionale alla Sanità, che intanto ha dato il via libera a una mini produzione interna autorizzando le aziende del distretto della Meccatronica a realizzare per il sistema sanitario dell’Isola mascherine chirurgiche e gel igienizzante. «A giorni — annuncia l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano — arriveranno le prime 10mila mascherine, i primi 1.000 schermi protettivi 3D per i chirurghi e più di 25mila chilogrammi di gel igienizzante per gli ospedali siciliani. E questa — sottolinea l’assessore — è soltanto una prima tranche: ogni settimana ci sarà una fornitura e i siciliani avranno sistemi di protezione che metteranno la loro vita al sicuro » . « Da quindici giorni i nostri esperti e le nostre aziende — dice il presidente del Distretto Meccatronica, Antonello Mineo — lavorano senza sosta per essere pronti a sostenere la protezione civile regionale e il sistema sanitario che ha bisogno urgente di dispositivi di protezione per dotare medici e infermieri in prima linea nella lotta al Covid- 19».