Repubblica: “Sampdoria-Palermo, vite parallele delle due formazioni un tempo in lotta per la Champions, oggi in cerca di una nuova identità”

“A Marassi quasi un tagliando per due ex ambiziose di seconda fascia oggi piuttosto in ambasce. In difficoltà pressappoco da inizio campionato, dotate di organici non impeccabili e soprattutto dal gioco discontinuo e talora malcerto. Panormiti e genovesi, nella fattispecie quelli di sponda doriana, hanno peraltro conosciuto, in tempi recenti destini simili, persino paralleli, tanto che non è un azzardo rappresentarle come formazioni gemelle. Riemerse dall’anonimato o da stagioni complicate all’inizio del decennio in corso si sono tenute spesso per mano, senza negarsi, peraltro, qualche danno, magari in zona Cesarini. Non infrequente in effetti la loro presenza nella zona sinistra della classifica a cui si sono accompagnate significative presenze in Europa, accanto a successi sfiorati in Coppa Italia. Se non bastasse a rendere più attraente questo flusso di eguali contrari, Palermo e Sampdoria non disdegnano neppure un buon interscambio sulle rispettive panchine. Da Luigi Delneri a Delio Rossi, senza scordarsi di Walter Zenga. Culmine di un’opposizione quantomai dialettica la giornata del 9 maggio 2010 quando al “Barbera” proprio la Samp di Delneri e il Palermo di Delio Rossi si sono contese l’ammissione alla Champions League. Risultato 1 a 1, gol di Pazzini e Miccoli, entrambi su rigore, un pari che però regalò il paradiso del salotto buono continentale ai genovesi. Come si capisce subito si tratta di vette oggi inimmaginabili. Nel frattempo si sono accumulati troppi fattori no, dai cambi societari (è il caso dei liguri) all’inferno della cadetteria. Travasi di bile e montagne russe dalle quali le due compagini non si può dire siano completamente emendate. Quindi transizioni a lungo spettro o progressive fasi declinanti? La risposta una lotteria. Allo stato dell’opera nulla di particolarmente brillante. Sulle due sponde del Tirreno comunque acque agitate e limacciose. Sotto la Lanterna un gruppo dirigente dagli intenti opachi quanto verbosi. Alle falde del Monte Pellegrino uno stanco Zamparni che forse davvero vorrebbe fare un passo a lato. In attesa di svolte o sorprese dell’ultima ora, intanto duellano nuovi e ambiziosi tecnici in sella ai vecchi destrieri. Ancora da scoprire il numero uno dei rosanero, più navigato sebbene non completamente, l’ex Empoli condottiero del Doria. Marco Giampaolo, classe sessantassette da Bellinzona, calciatore di non troppo spolvero, una stagione in B con il Fidelis Andria, è a tutti gli effetti un tecnico-profeta, un allenatore ideologo, quindi debitamente integralista e caratterialmente pizzuto. Il personaggio per molti versi è di livello. Relativamente giovane, anche se non acerbo e con il Doria potrebbe spiccare il volo. All’oggi siamo piuttosto ai nervi scoperti. Dopo un debutto stimolante e qualche sconfitta non proprio meritata la squadra è via via andata insieme. Errori da manuale, peggio da viva il parroco, tanto che persino l’intoccabile portierone Viviano a Cagliari è stato inguardabile e vero artefice della debacle, non adeguata traduzione operativa degli schemi studiati in allenamento e a tavolino, non buona tenuta agonistica del gruppo e in particolare di taluni singoli. La squadra della Lanterna, al pari di quella rosanero, è zeppa di debuttanti, intriganti certi stranieri dai cognomi di ardua pronuncia. Promettenti ma non una garanzia. Difficoltà in fase offensiva, troppo legata alle lune dell’immaginifico Muriel, mentre il navigato e generoso Quagliarella è costretto a rodeare non proprio nel posto più adatto alle sue qualità, molteplici poi gli svarioni in difesa, a parte la già detta paperonata sarda di Viviano. In breve troppa insicurezza per una formazione acerba con un mister forse in debito con la dea bendata. A Marassi, nella partita di oggi pomeriggio, è perciò all’ordine del giorno un passaggio emotivo. La Samp ma anche il Palermo hanno fame di punti d’approdo. In circolo per entrambe troppe tensioni a rischio di libera uscita. In questione la capacità di un valutarsi meglio per poi con realismo e senso della misura puntare su una qualità di gioco adeguata alle potenzialità di ciascuna formazione. È un pezzo di futuro prossimo a repentaglio sotto il cielo ligure, una tappa certo non ancora risolutiva eppure già emblematica di due realtà dalle potenzialità ancora in sospeso. Virtù e debolezze solo in parte emerse e che, forse, guadagneranno sul campo in trasparenza indipendentemente da chi oggi, al novantesimo, finirà sugli scudi”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.