Repubblica: “Rino Gattuso: «Ma quale razzista. È odio da tastiera»”

L’edizione odierna di “Repubblica” riporta la “versione” di Rino Gattuso.

Da allenatore svincolato non è più tenuto al silenzio stampa. «Non ho l’ossessione di parlare a tutti i costi. Ho soltanto il vizio di dire la verità. Tanto, se una cosa non sta in piedi, cade da sola». Tipo le presunte supercommissioni per portare a Firenze giocatori del suo procuratore Mendes? «Sul tema non posso parlare, ma posso ricordare la mia storia: alleno da 8 anni e non ho mai fatto acquistare un assistito di Mendes, né lui me lo ha mai imposto. Neanche una volta. André Silva al Milan e Ghoulam al Napoli c’erano già». Mendes non è il suo procuratore? «È un amico: ha grandissima esperienza e mi dà consigli per la mia carriera. Io rispetto sempre i ruoli: il mercato non spetta a me, ma ai dirigenti. Io sono un allenatore ambizioso e voglio giocatori forti e funzionali alla squadra. Indipendentemente da chi sia il loro agente». Sembra che a Londra i tifosi non l’abbiano voluta perché lei sarebbe razzista, sessista e omofobo. «Faccio fatica a credere che sia stato questo il motivo, al limite può essere rimasta nella loro mente l’immagine della mia lite del 2011 con Jordan, allora viceallenatore del Tottenham». Sospetta qualche gioco di potere interno? «Di sicuro io non sono né razzista, né sessista, né omofobo: sono state travisate vecchie dichiarazioni mie. Perché non chiedete ai miei ex compagni e ai giocatori che ho allenato del mio rapporto con loro? Io mi sono preso del terrone in tutti gli stadi: come razzista non sarei molto credibile. Quanto al resto, non perdo tempo con le sciocchezze. Piuttosto, la mia vicenda insegna una cosa». Quale? «Che l’odio da tastiera è pericolosissimo e molto sottovalutato. Io sono un personaggio pubblico e ho la forza per reagire alle calunnie, ma non tutti riescono a sopportarle. C’è chi per debolezza magari si butta dalla finestra. È un problema serissimo: che cosa si aspetta a intervenire?».