Repubblica: “Ricorsi e ripescaggi il calcio italiano resta paralizzato. Il caso Parma…”

“Mentre il commissario della Federcalcio si gode vacanze montanare, il calcio italiano resta paralizzato. La Lega Pro ha bloccato la Serie C: niente calendari oggi, se ne parlerà il 22 o il 24 agosto. Il campionato slitta a settembre, chissà quando, addirittura i club minacciano di non farlo partire ( non succederà). La questione s’è trasformata in un tema politico e occasione per chiedere immediate elezioni in Figc, che invece il commissario – al gelo con le componenti – ha fissato a ottobre. A costringere il n. 1 della Lega Pro Gravina a rinviare il via, la questione ripescaggi: che riguarda la Serie C, ma pure dilettanti e Serie B. La Serie A l’ha salvata ieri il Tribunale della Federcalcio, fissando il processo per l’illecito amministrativo del Chievo il 12 settembre, quando si saranno giocate già 3 giornate. La prima data utile era il 14 agosto: perché aspettare? Per la corte, il Chievo non sarebbe comunque retrocesso, dovendo scontare eventuali penalizzazioni nel campionato che viene. In realtà proprio questo argomento sarà il tema di un altro processo, l’appello per l’illecito dell’attaccante del Parma Caracciolo: il Palermo, ” parte civile”, chiederà che il Parma debba scontare i 5 punti di penalizzazione non nel campionato che inizia ma in quello scorso. Che succederà al calendario di Serie A se giovedì la corte d’appello gli darà ragione? Ci sarà tempo per il ricorso del Parma? Per la Serie B invece l’unica certezza è che la Federcalcio colmerà con i ripescaggi i 3 posti lasciati vacanti da Bari, Cesena e Avellino. Ma gli irpini aspettano a ore la decisione del Tar sulla sospensiva dell’esclusione: non dovesse concederla, la Figc procederà con i ripescaggi dopo venerdì, al termine di una serie interminabile di ricorsi dei club che chiedono di essere ripescati. Il paradosso: se il ricorso dell’Avellino fosse accolto dopo i ripescaggi, nascerebbe addirittura una Serie B a 23 squadre. Ma non solo: le donne annunciano di non voler giocare la 1ª giornata se non saranno ascoltate. E pure gli arbitri sono sul piede di guerra“. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.