Repubblica: “ll caso Catania, asta deserta: torna l’incubo cancellazione. Due le ipotesi”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul caso relativo al Catania.

Il Catania non trova un nuovo proprietario, e i dubbi sulla prosecuzione del suo campionato sono destinati ad aumentare già dalle prossime ore. Asta deserta, nessuna offerta d’acquisto del titolo sportivo da parte di potenziali acquirenti è stata ricevuta dalla curatela fallimentare entro le ore 12 di ieri; precondizione essenziale per l’apertura della procedura competitiva di vendita, base d’asta 1 milione di euro, che il bando fissava per le ore 16. Nonostante le voci, il diffondersi delle ipotesi più disparate sull’esistenza di più gruppi imprenditoriali interessati all’acquisto del Calcio Catania, la realtà dice che le sorti del club rossazzurro oggi non interessano concretamente a nessuno.

Negli approcci che hanno preceduto l’avvicinamento al giorno dell’asta, i soggetti portatori di un potenziale interesse alla partecipazione, hanno posto l’accento sul problema del centro sportivo di Torre del Grifo: bene non incluso nella procedura di vendita e sul quale si sarebbe dovuto trovare un separato accordo per l’acquisizione o la concessione in gestione della struttura. Ma a detta degli stessi, le tempistiche per l’individuazione di una soluzione, con la curatela del fallimento e con il Credito sportivo (ente erogatore del mutuo, e creditore ipotecario), mal si conciliavano con le prescrizioni e le scadenze indicate dal bando di vendita. Adesso la palla passa alla curatela che dovrà riferire e relazionare al giudice delegato del fallimento Ciraolo per la valutazione delle iniziative più opportune da intraprendere nell’immediatezza, anche in considerazione degli adempimenti federali previsti il 16 febbraio (con il pagamento degli stipendi di novembre e dicembre e i connessi oneri fiscali), e la scadenza dell’esercizio provvisorio del ra[1]mo d’impresa calcistico, fissata per il 28 febbraio.

Al centro di tutti i ragionamenti, si staglia il tema più delicato: emanare con urgenza un secondo bando per la vendita del titolo sportivo, operando un ribasso della base d’asta per rendere più appetibile la procedura competitiva oppure dichiarare la cessazione immediata dell’esercizio provvisorio, decretando la fine dei giochi, con la conseguente esclusione da parte della Figc del Catania dal campionato di serie C? Pur con gli utili per circa 300 mila euro e l’alleggerimento dei costi di gestione, che ha portato in dote la sessione invernale del calciomercato di gennaio, il mancato ingresso di una nuova proprietà rende insostenibile la prosecuzione dell’attività calcistica, che genera costi per circa 15 mila euro al giorno. In questo clima surreale, la squadra, che ha vissuto il ritiro pre-partita con la speranza di ricevere una buona notizia, oggi alle 17,30 scende in campo al “Massimino”, per affrontare il Picerno, in una situazione ambientale simile al 22 dicembre data della dichiarazione di fallimento del Calcio Catania, e della partita serale di campionato con il Monopoli, persa dai rossazzurri per 2-0. Come assorbirà questa ulteriore mazzata psicologica il gruppo di Baldini? Sarà quella di questo pomeriggio l’ultima partita tra i professionisti disputata dal Catania 194