Repubblica: “Giorgio Heller: «Il Trapani cresce e non è in vendita. Petroni…»

L’edizione odierna di “Repubblica” riporta un’intervista realizzata a Giorgio Heller, presidente del Trapani. Presidente Heller, che momento sta vivendo il Trapani? «Ci sono diversi fattori che hanno consentito un salto di qualità alla nostra formazione. In primis, l’innesto dei nuovi calciatori (Biabiany e Grillo, ndr), che hanno innalzato il livello tecnico dell’organico e comportato maggior competitività nel lavoro settimanale. Poi, il recupero degli infortunati: su tutti, di due giocatori importanti come Evacuo e Corapi. Adesso, sembra che sia stata intrapresa la strada giusta. Ma non c’è dai illudersi: le difficoltà non sono certo finite. Sarà sempre una battaglia». Di sicuro, avete resistito in maniera testarda alla grande pressione della piazza che chiedeva con insistenza l’interruzione del rapporto con il tecnico Baldini. «Vero, abbiamo resistito. Perché noi crediamo molto nell’uomo che è Francesco Baldini e nelle sue capacità di allenatore. Abbiamo pensato che le colpe di un rendimento così deludente non potessero essere riconducibili soltanto a lui. Con la collaborazione di tutti, e il parere confortante del nuovo direttore sportivo Nember, abbiamo concluso che avremmo potuto giudicare il nostro tecnico soltanto facendolo lavorare con un gruppo più completo. Speriamo di aver ragionato e scelto bene. Sarà il tempo a dimostrarlo, ma noi siamo convinti di aver fatto bene». Andiamo alla questione più spinosa. Secondo la procura federale Fabio Petroni, dal 21 giugno al 9 luglio di quest’anno, sarebbe stato proprietario del club granata e allo stesso tempo avrebbe avuto partecipazioni significative nella proprietà della Juve Stabia. Perciò, il Trapani rischia di essere deferito. Eppure, nella vostra replica avete ostentato molto ottimismo. Da cosa deriva tanta fiducia? «Semplice. Dal fatto che la Covisoc, all’atto della nostra iscrizione, ha già controllato tutte le carte. Stiamo preparando una memoria dettagliata e siamo certi della nostra posizione corretta. Con tutto il rispetto della procura federale, crediamo che non abbia consultato bene le carte, che peraltro risalgono proprio al periodo in cui si svolgeva il passaggio di proprietà del club e in cui la Covisoc esercitava i suoi controlli». Insomma, sentite che ci sia un “fumus persecutionis” nei confronti del Trapani? «No, smentisco categoricamente questa illazione. Ripeto, abbiamo massimo rispetto della procura federale. Sappiamo benissimo che chi si trova in una situazione come la nostra deve solo esibire i documenti, stare sereno ed essere fiducioso. Non vogliamo assolutamente avere un atteggiamento vittimistico». Ma il Trapani è in vendita comne si dice da più parti? «No. Non è in vendita e non abbiamo avuto contatti concreti con alcun imprenditore. La nostra attenzione è solo rivolta al nostro lavoro e non c’è alcuna intenzione di passare la mano». Dal punto di vista personale, che esperienza si sta rivelando essere presidente del Trapani? «Straordinaria. Qualcosa che non avrei mai potuto immaginare fino a qualche mese fa. Il mio mantra si riassume in un verbo: crescere.
Abbiamo visto progredire la squadra, e ora abbiamo la necessità che il Trapani cresca anche dal punto di vista manageriale. Abbiamo bisogno del contributo di tutti i professionisti che lavorano all’interno della società, ma il pensiero dominante che accompagna le mie giornate è crescere». Si sente di dire ai tifosi di star tranquilli, in forza di un progetto che garantisce un futuro al Trapani? «Nessuno deve stare tranquillo. Neanche io. Perché la tranquillità conduce all’errore. Il Trapani ha bisogno di gente che lavori senza mai abbassare la guardia».
C’è un sogno che coltiva per il Trapani? «Ognuno di noi ha i propri sogni e, soprattutto nel calcio, è giusto coltivarli. Ma il presente è abbastanza impegnativo per non farci distrarre dai sogni. Spero che la salvezza sia l’epilogo di questa stagione. Sarebbe il risultato che la città e i tifosi meriterebbero. E penso che lo meritino anche società e squadra».