Repubblica: “De Zerbi si gioca il futuro nel deserto del «Barbera»”

!Lo scorso anno, quella con la Lazio, è stata la partita degli scontri in via Libertà e dei fumogeni lanciati in campo. Quella che invece si gioca oggi alle 12,30 al “Barbera” potrebbe essere la gara degli spalti vuoti. Sì, perché la possibilità che il Palermo giochi questa partita così delicata per il proprio futuro e per quello di De Zerbi davanti a pochi intimi è molto più che una ipotesi. Sino a ieri, infatti, erano stati staccati poco meno di duemila biglietti in prevendita che, uniti ai 6.333 abbonati, lasciano prevedere (ammesso che tutti gli abbonati vadano allo stadio) solo ottomila spettatori per una gara che in altri tempi riempiva il “Barbera”. I perché di questa che si annuncia come una gara nel deserto sono tanti. Il caro biglietti che ha portato un curva a 25 euro ha un ruolo importante. Lo stesso vale per il fatto che la gara si giochi alle 12,30. Ma il vero problema è legato alla disaffezione ormai in atto tra squadra e tifosi. Il Palermo, è bene ricordarlo, davanti al proprio pubblico non ha ancora conquistato un punto. Sei sconfitte su sei gare, per quello che è un altro dei record negativi di questa squadra, che hanno fatto allontanare la gente di fede rosanero dal Palermo e soprattutto dallo stadio. Eppure, soprattutto nel primo periodo della gestione De Zerbi, gli ultrà della curva, pur restando critici (per usare un eufemismo) nei confronti del presidente Zamparini, hanno dato un’apertura di credito alla squadra non facendo mancare il loro apporto. Adesso lo sconforto sembra avere preso tutti, al limite della rassegnazione. E così, De Zerbi sarà costretto a giocarsi la partita più delicata nella quale si decide probabilmente il suo futuro davanti a poca gente e senza poter contare sull’apporto dei tifosi. «Giocare con poco pubblico certamente non è entusiasmante ed è normale che questa situazione non possa essere piacevole – dice l’allenatore del Palermo – Alla fine, noi siamo persone prima che professionisti. A me non piace essere contestato, non mi piace perdere e non mi piace essere fischiato. Dà fastidio. Avere il pubblico che sta vicino alla squadra è un vantaggio, ma non dobbiamo chiederci perché questo non avviene. Sappiamo bene che tutto dipende dai risultati della squadra». Salvare la panchina e riconquistare la gente del “Barbera” rappresenta quindi la doppia missione di De Zerbi che però, alla vigilia della partita che per lui può valere una stagione, ha voluto, per la prima volta, togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «Qualcuno può pensare che io sia contento di essere in serie A a trentasette anni e che questo mi possa bastare – ha detto il tecnico nella conferenza stampa della vigilia della gara con la Lazio – Non è assolutamente vero perché perdere sei partite di fila mi fa girare le palle e me le fa girare anche molto».”. Questo quanto si legge su “La Repubblica”.