Repubblica: “Coronavirus, a dicembre i primi vaccinati in Italia. Ma sull’obbligo adesso è scontro”

L’emergenza Coronavirus non accenna a fermarsi in Italia, ma finalmente arrivano delle belle notizie. Infatti le prime fiale del vaccino anticovid saranno disponibili a dicembre. L’edizione odierna di “La Repubblica” fa il punto della situazione, tramite le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza: “A maggio l’Italia ha stretto un’alleanza per i vaccini con Germania, Francia e Olanda. Insieme a questi quattro Paesi abbiamo chiuso il primo contratto con AstraZeneca, l’azienda che produrrà il vaccino nato dagli studi dell’Università di Oxford con vettore virale a Pomezia e infialamento ad Anagni». Le prime due fasi di sperimentazione sono già state concluse e «i risultati, pubblicati su Lancet, sono molto incoraggianti» prosegue Speranza. «Ora è in corso la Fase 3». Che dovrebbe terminare entro il mese prossimo. E non è neppure l’unica buona notizia. «Dopo l’iniziativa dei quattro Paesi» continua il responsabile della Sanità, «la Commissione si è messa in moto e sta trattando con altre compagnie» — Sanofi, Pfizer, Johnson — per aumentare la dotazione di 400 milioni di dosi «garantite» da destinare a tutta la popolazione europea. «Le prime 60 milioni arriveranno entro il 2020», assicura Speranza. Ma all’Italia potrebbero toccarne poco più di tre milioni.

Dopodiché bisognerà aspettare l’autorizzazione dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, che la Salute confida verrà rilasciata tra fine settembre e inizio ottobre. A quel punto partirà la produzione, che richiede un mesetto di tempo. E siamo a novembre. Quando il vaccino verrà portato alla Catalent di Anagni per essere infialato e distribuito. Pronto, a dicembre, per essere iniettato.
Ma l’accesso all’anti-Covid, almeno nella fase iniziale, non sarà libero. «Le dosi non arriveranno tutte insieme », precisa il ministro, «e quando arriveranno le prime andranno ai sanitari e agli anziani più fragili, a partire dalle Rsa». Ovvero le strutture più colpite dall’epidemia: potenziali focolai in caso di seconda ondata.
Intanto è scontro sull’obbligatorietà del vaccino, Renzi è a favore dell’imposizione del vaccino anticovid, ma non tutti la pensano così. Il ministro Speranza dal canto suo avverte il paese di non dividersi attorno all’obbligatorietà.