Repubblica: “Cena per sessanta: ecco come De Zerbi “crea” il gruppo. E il “chi perde paga” in allenamento…”

Giovedì sera erano tutti alla “Scuderia”. Una cena alla quale hanno partecipato tutti. Proprio tutti, dalla squadra allo staff tecnico, dal direttore sportivo al team manager, dall’ufficio stampa allo staff sanitario, dai magazzinieri ai factotum. Sessanta persone hanno risposto sì alla cena organizzata da Roberto De Zerbi che, tra l’altro, è servita anhe per festeggiare Andrea Rispoli che compiva gli anni. Ma, al di là delle candeline da spegnere, quella di riunire tutti quanti a cena è un’altra delle trovate di De Zerbi per fare gruppo. Un modo come un altro per far sentire tutti partecipi. In campo come fuori dal rettangolo di gioco. E, se è vero che in campionato il tecnico rosanero ha sin qui impiegato ventuno giocatori sui venticinque a disposizione, quando si tratta di cementare il gruppo la chiamata è per tutti. Lo scorso anno qualcosa del genere è capitata nel momento delicato della stagione. In quel caso la “convocazione” partiva dai senatori della squadra e serviva per stringere un patto per la salvezza che coinvolgesse soprattutto i big. Questa volta De Zerbi ha voluto tutti per un accordo del quale, chissà, vedremo i frutti nelle prossime giornate. Incontri conviviali che servono anche per facilitare l’integrazione dei tanti stranieri e dei moltissimi giovani che militano nella rosa della prima squadra. Ma l’invito a cena alla “Scuderia” non è che uno dei tanti escamotage che il tecnico usa per fare gruppo. Basta vederlo seduto in aereo in mezzo ai suoi ragazzi, al contrario di tanti suoi predecessori che sceglievano le prime file, per capire la filosofia del gruppo di De Zerbi. In allenamento poi ci sono continue sfide che spesso vedono come protagonista Vicè Sicignano e i portieri. Il “chi perde paga” è diventato un punto fermo delle partitelle o dei torello che fanno da contorno agli allenamenti. E chissà che il buon momento dei rosa non sia figlio anche di questi piccoli accorgimenti“. Questo quanto riportato nell’edizione odierna de “La Repubblica”.