Repubblica: “Cascio con la sola passione non si può comprare il Palermo…”

“Dopo che Frank Cascio ha gettato la spugna, il Palermo volta decisamente pagina e guarda all’Oriente. Guarda alla Cina e al gruppo di imprenditori che vuole rilevare la società rosanero. Una trattativa più solida e credibile rispetto a quella portata avanti nelle ultime settimane dall’ex assistente di Michael Jackson. Del resto era stato lo stesso Zamparini a dire di preferire la pista cinese ed era stato ancora Zamparini, dopo la presentazione della prima offerta di acquisto, a chiedere a Cascio delle garanzie economiche e finanziarie per andare avanti. Garanzie che non sono arrivate così come non è mai arrivata la seconda offerta la cui imminenza era trapelata da ambienti vicini al manager di origini siciliane. Un’offerta che avrebbe dovuto rimodulare le modalità di acquisto della società e avrebbe dovuto soprattutto annullare la clausola legata allo stop del pagamento rateizzato nei tre anni qualora la squadra fosse retrocessa in B. Invece non è avvenuto niente di tutto ciò e, alla luce degli ultimi avvenimenti, restano forti dubbi sulla reale potenzialità economica di Cascio e del suo socio Paul Baccaglini. Qualche giorno fa, l’advisor scelto dal Palermo per la trattativa, ha ricevuto una comunicazione dallo studio Tonucci nella quale si annunciava che, dopo una prima fase di raccolta di impegni formali da parte degli investitori disposti a finanziare l’operazione, si sarebbe successivamente entrati nella fase vera e propria di negoziazione. Come a voler dire che ancora Cascio non aveva nessun impegno formalizzato da parte dei suoi potenziali soci se non quello del fondo Integritas Capital dell’ex Iena Paul Baccaglini. E anche l’Iron Clad Capital di Bradley Rangell era un advisor finanziario di supporto, collettore di eventuali partner interessati all’operazione, e non finanziatore in prima persona. Insomma, Cascio, spinto dalla sua passione per il Palermo e dalla voglia di fare business, ha portato avanti una trattativa che poi, alla resa dei conti, non ha potuto chiudere”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.