Playoff serie B, Lo Monaco: «Il Cagliari ha le carte in regola per giocarsi la promozione da protagonista»

L’ex dirigente del Palermo Pietro Lo Monaco ha parlato ai microfoni di “Tuttocagliari.net” delle sue sensazioni e previsioni in vista dei playoff.

Ecco le sue parole:

« L’organico del Cagliari non faceva certo presagire un simile epilogo. Una stagione nata male è sfociata in una retrocessione del tutto inaspettata. Le retrocessioni sono sempre dolorosissime e rovinose, per qualsiasi società. Il trend negativo, del resto, era proseguito anche quest’anno, con una prima parte di campionato molto negativa sotto la guida di Liverani. Poi è arrivato Ranieri, che ha dato equilibrio a squadra e ambiente e ha rimesso le cose a posto. Ora i rossoblù giocano con raziocinio e convinzione, sono bene organizzati e annoverano tra le proprie fila calciatori che sono un lusso per la cadetteria. Gente come Lapadula, che è il capocannoniere del torneo, o Mancosu, che è un signor giocatore. Penso anche a Makoumbou, per me pronto per palcoscenici importanti, e ad Azzi, che Ranieri si è reinventato laterale sinistro. Il brasiliano è nato come esterno d’attacco, mentre ora nel Cagliari agisce sulla linea dei quattro difensori, pur spingendo molto in fase offensiva. Questa trovata mi ha piacevolmente impressionato. Insomma, il Cagliari attuale ha le carte in regola per giocarsi dei playoff da protagonista. Tornando allo scorso campionato, indubbiamente è stata fatta un po’ di confusione a livello dirigenziale. Il valzer degli allenatori, poi, non ha aiutato: la scelta dell’allenatore è la più delicata, difficile e ponderata, perché si sceglie un uomo al quale affidare i destini di un gruppo di calciatori. La decisione del tecnico sul quale puntare deve essere presa a inizio stagione e, ovviamente, il prescelto deve avere determinate capacità e caratteristiche. Poi ci sta che, nel corso del campionato, si manifesti la necessità di cambiare guida tecnica, ma secondo me questo deve accadere solo in un caso: se la squadra non è più con il mister. Per il resto, bisogna avere i nervi saldi e tenere duro. Se si è scelto un allenatore è perché si aveva fiducia in lui e si è pensato che potesse essere il miglior condottiero per la propria squadra. Se questa fiducia viene meno vuol dire che sei stato tu a fare una scelta errata. E dunque sei tu, azienda e società, che hai operato in maniera sbagliata.  L’anno scorso questo tourbillon di allenatori ha certamente influito sul crollo del Cagliari».

«Io dico che di allenatori bravi, soprattutto giovani, ce ne sono tanti. La nostra è una terra di allenatori, e in tal senso vantiamo una scuola prestigiosa e prolifica. Io stesso ebbi a dire, qualche anno fa: ‘Sono davvero curioso di vedere cosa sapranno fare due tecnici emergenti: Zanetti e Dionisi’. Devo riconoscere che hanno mantenuto le aspettative e si sono confermati degli ottimi professionisti. Insomma, i prospetti su cui puntare ci sono. Ma per valorizzare un giovane, per metterlo nelle condizioni di far bene, occorre avere una struttura societaria in grado di supportare l’allenatore. Una società di serie A con ambizioni medie oggigiorno non dovrebbe avere difficoltà a trovare un mister, anche emergente, di spessore e di prospettiva».

«Dopo un campionato lungo, difficile e faticoso come la serie B, se ci centra la promozione in A la rosa non deve essere mai stravolta. L’ossatura di base va sempre mantenuta. Per una ragione molto semplice: quando si vince un torneo come la cadetteria lo si fa attraverso la creazione di un’alchimia, di uno spirito di gruppo, di un trasporto emotivo che unisce in modo profondo i calciatori. La squadra costruisce un proprio ‘cuore’. Detto questo, l’organico va sicuramente implementato con l’innesto di quattro o cinque elementi di categoria che possano alzare il livello tecnico del Cagliari. Ma l’intelaiatura originale non deve essere smantellata. Tra l’altro notiamo che le squadre neopromosse in serie A partono sempre bene. Ricordo che anni fa nel mio Catania confermai praticamente tutti, e a febbraio/marzo eravamo a ridosso della zona Champions League. E poi va detto che chi vince in cadetteria è quasi sempre in grado di ben figurare anche in serie A».