Pergolizzi si racconta: «Le dieci vittorie e il rapporto con la squadra. Ecco dove può arrivare il Palermo»

Le strade tra il Palermo e Rosario Pergolizzi si sono già divise. Il mister aveva il compito di riportare i rosanero tra i professionisti e c’è riuscito pienamente, seppur con lo stop al campionato per via del Coronavirus. Pergolizzi, intervenuto in diretta Facebook con la nostra redazione, ha parlato di diversi argomenti. Queste le sue dichiarazioni.

Il rapporto tra Mirri-Di Piazza: «Mirri-Di Piazza? In nessuna famiglia le cose vanno nella maniera giusta, l’importante è che le cose si dicano e si risolvano. Nessuno è costretto. Mirri e Di Piazza sono due persone splendide, mai nessuno mi ha fatto pesare questa situazione tra di loro e credo che le cose continueranno ad andare bene come quest’anno».

Le dieci vittorie consecutive: «C’era la consapevolezza che nessuno si sarebbe aspettato 10 vittorie consecutive partendo anche in ritardo. Ci speravo, perché le battute d’arresto potevano essere poco. La sconfitta col Savoia è avvenuta dopo 10 e il rammarico era perché è arrivata la sconfitta contro la nostra diretta concorrente e i ragazzi non si sono sentiti più imbattibili. Era importante ripartire e l’abbiamo fatto. I risultati servono a crescere, la mentalità e la serenità è stata l’arma vincente del gruppo».

Vittoria del campionato: «Ero convintissimo che saremmo andati in C già da come era stata costruita la squadra. La mia paura era il fattore ambientale, perché ogni giocatore ha la sua categoria. Per questo ho lavorato di più sulla testa, perché la tecnica l’avevo. Avevo giocatori da categorie superiori e ottimi giocatori giovani. Nessuno si aspettava che diventassero quelli che sono diventati. È stato fatto un ottimo lavoro da tutti. Sono soddisfatto».

Ficarrotta: «Deve dare continuità alla tua persona, perché lui ha ottime qualità. Forse lui negli anni è stato molto plasmato e si è lasciato andare. Se gli fosse stato fatto un lavoro sull’aspetto mentale, probabilmente sarebbe da grandi livelli anche in serie C. Ma è fondamentale il lavoro settimanale e pensare alla squadra non al singolo. Era abituato a squadre dove era il leader, a Palermo era in un gruppo. Le sue qualità però sono indiscusse».

Rapporto allenatore-squadra: «Malumori con i calciatori mai. Non ricordo un litigio tra loro, né con me, né con lo staff. È normale che ci può essere qualche malumore da parte di chi gioca meno, ma succede anche alla Juventus di far girare tutti per farli allenare bene. Posso anche avere un battibecco, ma a volte è anche per stimolarli. Essere schietti è importante. Lite con Ricciardo? Sono pettegolezzi. Lo sento ogni due settimane, mi ha chiamato quando sono andato via insieme a Martinelli e Lancini che erano i suoi migliori amici, soprattutto Edoardo. Mi ha chiamato anche prima di firmare col Seregno. Lui ha avuto un calo e l’infortunio, altrimenti avrebbe avuto la sua media di 14-15 gol anche con il Palermo».

Rizzo Pinna: «Quella era una strategia. Dopo la conferenza gli ho detto di guardare la mia intervista, io volevo che gli servisse da stimolo e qualcosa in lui si è mosso. Spero che questa annata gli abbia dato una grossa mano per la prossima stagione che spero giocherà nel Palermo. Io parlavo sermone con i miei giocatori, sono sempre stato diretto con tutti. Dirlo in quella maniera era solo uno stimolo. Non ha trovato spazio perché sfortunatamente chi ha giocato al posto suo, sia under che over, ha fatto bene».

Gioco: «Il nostro obiettivo era quello di vincere il campionato, ma non mettendo davanti il gran gioco. Quello lo fai quando hai altri obiettivi, noi avevamo solo la vittoria del campionato. Fuori casa noi magari vincevamo e le altre pareggiavano tanto. In casa invece cercavamo di fare la partita e infatti prendevamo qualche gol in più. La serie C sarà molto simile alla Serie D, perché troverai squadre molto agonistiche sopratutto le campane e le calabresi.

Mancata conferma di Ricciardo in Serie C: «Il Palermo avrà altre strade e Ricciardo non rientra nei piani. Credo che il Palermo neanche abbia parlato con lui, è stato Gianni a trovare subito un’altra squadra. L’importante era essere coesi per l’obiettivo finale e loro lo sono stati».

Pergolizzi ad inizio ritiro ha ricevuto un cappellino unico da parte di Mirri: «Il cappellino resterà sempre con me. Ci tengo, è un pezzo unico e me l’ha regalato il presidente. Forse lo regalerei solo per fare felice un tifoso. Ma quello è stato il primo cappellino e resta con me».

Tifosi: «Ringrazio il Palermo per avermi difeso, ma anche in serie A non è che gli allenatori vengano trattati in maniera diversa. Sui social si sfogano, ma magari sarà stato perché si aspettavano un allenatore diverso. Spesso pensiamo alla serie A, ma in mezzo ce ne sono altri. Prima di pensare a quello bisogna pensare alla potenzialità economica della società. Mirri e Di Piazza se si uniscono possono essere anche ai livelli di società come il Vicenza, ma non si deve illudere nessuno».

L’autore del primo gol in Serie D è il palermitano Lucera: «E’ entrato nella storia di questo Palermo, ma anche lui deve sapere che per diventare un grandissimo calciatore ci sono dei particolari che vanno completati. Il lavoro paga, non può pensare di vivere solo la figura del calciatore di domenica. Gli auguro categorie superiori, ma se l’Acireale prende un giocatore come Lucera fa benissimo, gli darà una grandissima mano».