Palermo, il concerto di Vasco Rossi lascia i segni. Prato del Barbera devastato (FOTO)

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle condizioni su cui versa il Renzo Barbera dopo il doppio concerto di Vasco Rossi.

Uno scenario da «The day aftertomorrow». Il riferimento del consigliere comunale di Oso, Ugo Forello al pluripremiato film apocalittico è emblematico della situazione in cui versa il Barbera alcuni giorni dopo il concerto di Vasco Rossi. In attesa del definitivo ripristino, lo stadio appare in condizioni disastrate tra prato rovinato, immondizia ovunque, interni allagati: il ritorno in campo, qualora la richiesta del Palermo di giocare in trasferta Coppa Italia e prima di campionato venisse accolta (in tal senso la società ha già inoltrato una segnala zione alla Lega B), è previsto tra due mesi. Richiesta cautelativa del Palermo che, però è fiducioso sul ripristino del manto erboso prima dell’esordio casalingo in B.

Lo stress cui è stato sottoposto il prato, che da anni non ospitava eventi di questo tipo, lascia immaginare interventi mirati: l’area maggiormente condizionata è quella del palco, corrispondente a curva Sud e ingresso negli spogliatoi; anche i punti di transito dei camion, in gradinata centrale e in curva Nord, sono apparsi in condizioni precarie (i varchi che collegano campo e spalti non sono stati richiusi) E non mancano spazi rizollati per la presenza di oggetti scenici, come una croce nei pressi del centrocampo. 160 giorni circa per le riparazioni non dovrebbero essere un ostacolo insormontabile, tuttavia, la preoccupazione di Forello, come anche della collega del gruppo consiliare Giulia Argiroffi, riguarda la cifra stanziata per gli interventi riparatori.

«Live Nation», società organizzatrice, aveva offerto al club rosanero un corrispettivo di 164 mila euro come «canone» per l’ospitalità, assumendo la gestione esclusiva delle operazioni di montaggio e smontaggio (operazione completata solo nella mattinata di ieri, dopo la proroga di 24 ore richiesta lunedì). Tale cifra è ritenuta insufficiente dai due consiglieri per sanare quelle lacune strutturali che. di fatto, erano risultate determinanti per l’esclusione dall’elenco degli stadi italiani nella lista per Euro 2032. Forello e Argiroffi avevano anche inoltrato un esposto a Procura e Corte dei Conti al fine «di accertare eventuali danni erariali. valorizzazioni mancate di un bene pubblico e abusi d’uffîcio all’interno della convenzione stessa. Adesso, spiega Argiroffi, «davanti a un simile scempio non possiamo non pensare di integrare quell’esposto».