Palermo, caccia al nuovo ds. Petrachi: «Si, ho parlato con tanti club. Ma io sono decisionista»

E’ finito nel mirino del Palermo per il ruolo di ds, Gianluca Petrachi che ha parlato ai microfoni di “TVPLay” toccando vari temi.

Petrachi e Meluso non hanno convinto. Il Palermo adesso pensa alla conferma di Rinaudo

Ecco le sue parole:

«Al Milan non vedo direttori sportivi. Moncada è un bravissimo scout, Ibra diventerà un grandissimo dirigente, ma non vedo ds. Bisognerebbe che qualcuno svolga questo ruolo. Non si nasce direttore sportivi, ci si diventa se hai talento. Io penso che la figura del ds sia fondamentale. Il Verona ha fatto un capolavoro perché Sogliano si è assunto le responsabilità, ha scelto giocatori, si confrontava al campo. E’ tanta roba per un allenatore avere un direttore sportivo così. Nel Milan, con Maldini e Massara, c’erano delle figure che appartenevano ad un tipo di meccanismo che ora non vedo»

«Sul mercato, Fonseca non mi dava problemi. Io condividevo delle scelte con lui, c’era un confronto. Bremer a livello tecnico non lo volevano al Torino, io convinsi Cairo e ci misi la faccia. Io non porto un giocatore che un allenatore non conosce. Non so al Milan cosa succederà. A Fonseca piace guardare su Wyscout i profili che vengono proposti».

«Ultimamente ho incontrato qualche club, non lo nascondo. Sono in trattativa con qualche società e sto cercando di trovare una soluzione migliore. Voglio rientrare facendo bene il mio lavoro. Io collaboro, condivido, ma sono decisionista».

«Io Calafiori l’ho portato in prima squadra. Appena sono arrivato, l’ho visto. Era reduce da un infortunio di due anni prima che lo penalizzò. Ma si vedeva che era un talento assoluto, aveva queste capacità di andare di destro e sinistro e poi soprattutto aveva motore. Io purtroppo sono andato via e di Calafiori ho perso le tracce. Quando è andato al Basilea, i miei uomini l’hanno continuato a seguire, nel caso in cui rientrassi in pista mi dicevano di prenderlo perché era cresciuto tantissimo. Per me Calafiori non è una scoperta. Credo che quest’esplosione sia dovuta soprattutto a Thiago Motta, che gli ha permesso di giocare a calcio come a lui piace fare. Era sempre uno che partiva da dietro e saltava uno-due uomini. E poi è l’essenza del calcio creare la superiorità numerica. Calafiori lo faceva con una naturalezza assoluta da difensore, perché nasce terzino, nasce esterno. Complimenti all’allenatore del Basilea che poi l’ha messo braccetto. E’ un ragazzo serio, è a modo».

Gds: “Palermo, il nuovo ds rimane un rebus. Rinaudo in uscita. No a Petrachi”