Musumeci: “Zone colorate hanno portato pochi vantaggi. Sui tabaccai un controsenso”

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Nello Musumeci è intervenuto ai microfoni di “Omnibus La7” parlando del covid e delle colorazioni delle regioni.

Ecco le sue parole:

“Questa è la posizione della Conferenza dei governatori. Siamo convinti che debbano essere rivisti i parametri. Questa dei colori ha creato in alcune situazioni motivi di opportuna prevenzione, in Sicilia ho adottato 139 provvedimenti di zona arancione, circa 1/3 dei comuni dell’Isola perché vogliamo arrivare in tempo a circoscrivere il contagio; ma in altre circostanze si è capito come la procedura dei colori non abbia creato vantaggi. Oggi siamo convinti, e ritengo che l’intesa col governo si possa trovare nel giro di qualche giorno ovviamente, vediamo cosa succede per l’elezione del Capo dello Stato – ha proseguito – che al posto dei parametri dei colori si possano adottare provvedimenti più efficaci nella prassi e più concreti. In questo momento è sempre difficile trovare la linea di demarcazione perfetta, è una esperienza a cui siamo tutti nuovi: la pandemia nel 2020 è stata diversa da come l’abbiamo vissuta nel 2021 – ha aggiunto -. Nessuno ha conseguito l’attestato di esperto di pandemia, noi presidenti di Regione siamo soggetti attuatori e critichiamo naturalmente un governo che dal suo punto di vista non ha mai maturato esperienza. Ma sempre tutto si può perfezionare”.

Da rivedere, secondo Musumeci, alcuni recenti decisioni: “Per esempio mi sembra una anomalia quella dei tabaccai, io non sono fumatore e non difendo la loro posizione ma mi sembra un controsenso rispetto al rigore durante il lockdown quando si consentì l’apertura. Ragionevole invece che alcuni uffici pubblici possano consentire accesso a chi non è vaccinato”. Il riferimento è alle regole che cambieranno presto. Dal 1° febbraio, come ha stabilito il Dpcm firmato dal premier Mario Draghi, niente sigarette se non si ha il green pass. La certificazione verde sarà obbligatoria per accedere in uffici pubblici, banche, poste e in alcuni negozi. Sono esentati gli esercizi commerciali che vendono beni ritenuti essenziali e tra questi, a differenza del primo lockdown, non ci sono i tabaccai.