Mbappè, no al Madrid, resta al Psg: 90 milioni per 3 anni e ben 130 alla firma

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla scelta di Mbappè di restare al Psg.

Alla fine resta a Parigi. Anzi, «se queda», direbbero a Madrid. E poco importa che a volerlo fosse la squadra dei sogni di ragazzino. E’ prevalso il cuore, l’affetto per la squadra della sua città, di cui ormai è il simbolo assoluto. Più di Messi e Neymar. Niente Real, per la terza volta in carriera, dunque, ma altri 3 anni (come anticipato dalla Gazzetta) con il suo Psg. Un trionfo per l’emiro di Doha che potrà esibirlo da suo giocatore al Mondiale in Qatar. Ma un sollievo pure per il Presidente della Francia, Emmanuel Macron, che voleva farne di fatto il testimonial dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Ovviamente oltre all’ingaggio da prima stella, da almeno 30 milioni netti, a convincere Mbappé anche garanzie sportive: «Sono felice – ha dichiarato ieri il 23enne davanti ai suoi tifosi, prima della vittoria sul Metz – di continuare a Parigi, in Francia, casa mia. Spero di vincere ancora tanti titoli insieme a voi».

Un rinnovo festeggiato con 3 gol al Metz per vincere sia la classifica marcatori (28) che quelli degli assist (17): un record. L’aspetto finanziario, ovvio, ha avuto il suo peso. Perez aveva offerto 180 milioni d’estate, salendo oralmente a 200 per rilevare l’ultimo anno di contratto. Per l’ingaggio girano cifre mirabolanti, come i 300 milioni in tre anni e fino a 200 alla firma. Cifre che sono state tutte smentite. Più concretamente il Real avrebbe proposto 26 milioni netti e, secondo Marca, 130 milioni alla firma. Il Psg, che già ad agosto offriva gli stessi 30 milioni di Neymar e Messi, si è per lo meno allineato, come ha lasciato intendere la madre del giocatore, che ne cura gli interessi. In Spagna alla fine non l’hanno presa bene. Tebas, capo di una Liga che per colpa del Psg ha già perso Neymar e Messi, annuncia azioni legali e fiscali in Francia, all’Uefa e a Bruxelles: «Questo rinnovo è un insulto al calcio, Al Khelaifi è pericoloso quanto la Super League». Per Marca, Mbappé preferisce «un campionato semiclandestino».

Il presidente del Psg, capo dell’Eca e grande oppositore della Super League di Agnelli, ha convinto però Mbappé anche promettendogli un nuovo progetto sportivo, più concreto, con meno stelle. Ma si parla già di Dembélé in scadenza con il Barcellona per il post Di Maria. Al posto del fischiato Pochettino, si sogna Zidane, ma girano i nomi dell’ex ct tedesco Low, di quello del Belgio Martinez, di Galtier del Nizza, di Conte (Tottenham) e soprattutto Thiago Motta (Spezia), apprezzato a Doha. In caso di separazione dal d.s. Leonardo, si valutano i profili di Edwards (Liverpool) e Luis Campos, che a suo tempo portò Mbappé al Monaco.