Lite in spogliatoio dopo Juve-Napoli: tra Buffon e Benatia vola della…frutta

L’edizione odierna de “Il Corriere di Torino” racconta di una discussione all’interno dello spogliatoio dopo la sfida persa dalla Juventus contro il Napoli. Ecco un estratto di quanto riportato:

“[…]. Le telecamere, nel finale di Juve-Napoli, consegnano le immagini di un Buffon impegnato in un lungo giro di saluti e di congratulazioni agli avversari, raggiunti fin sotto il settore ospiti, riaperto dopo anni ai tifosi partenopei: questione di sensibilità. Gigi è l’unico juventino rimasto sul prato, e per due minuti abbondanti stringe mani a giocatori, dirigenti e accompagnatori del Napoli. E li abbraccia, a partire da Insigne.  […] Un Buffon del tutto diverso da quello del Bernabeu. Perché c’è, e c’è sempre stato, il capitano che sa perdere un big-match nei dintorni del 90’ senza inveire contro l’arbitro, ma riconoscendo i meriti degli avversari, come peraltro aveva fatto anche con le merengues. Gesto che però non è piaciuto a tutti i compagni, pure perché in quegli attimi la testa è in trance e la tensione pronta a esplodere. Detto ciò, Gigi entra nello spogliatoio incavolato per gli errori (tecnici) e per gli orrori (di temperamento): «Non è da Juve». Quasi non serve fare nomi, ma dentro al mulino della discussione entra Dybala — mica l’unico a deludere sia chiaro — ma ultimamente inghiottito dal dubbio alla Nanni Moretti: mi si nota di più se gioco o non gioco? Cosa in cui è riuscito, pur messo in campo. C’è uno scambio di vedute anche con Medhi Benatia, uno che ha talento e pregi, ma pure un abnorme difetto: pensa sempre di avere ragione. Ma sempre, soprattutto quando la partita è ancora calda e il giudizio contaminato dall’adrenalina. Altra caratteristica di Benatia è che risponde: dal suo punto di vista, a ragion veduta. Ma a ultimi minuti, delle ultimissime partite, mal digeriti: dall’intervento ritardatario su Lucas Vazquez (a Madrid) al mancato intercetto di Koulibaly. Vola qualche frutto, di quelli su cui ci si avventa quand’è finita la partita, ma poi tutto finisce lì”.