L’analisi di Ignazio Arcoleo: ‘Il Palermo continua la sua corsa verso la promozione diretta in Serie A. Ma Posavec…’

Ignazio Arcoleo, ex tecnico dei rosanero, ha deciso di analizzare la situazione che riguarda squadra rosanero allenata da Tedino. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”: “Il Palermo continua la sua corsa verso la promozione diretta in Serie A, pareggiando contro l’Empoli una partita che, giocata in condizioni normali, avrebbe potuto vincere facilmente. Non tutti gli uomini di Tedino, infatti, avevano svolto un’adeguata preparazione fisica per sostenere un’elevata intensità di gioco per tutta la partita. E non è certo un caso che i migliori in campo siano stati Rispoli, Gnahoré e Coronado, tre giocatori non impegnati con le rispettive nazionali. Quello delle assenze in concomitanza dei match delle selezioni internazionali è il reale problema che può inficiare la valenza di questo organico. Ad armi pari, per me, il Palermo ha una marcia in più rispetto alle altre. Partendo da questa considerazione, adesso con la rosa a pieno regime, si possono creare con maggiore fiducia tutti i presupposti per la costruzione di un’annata trionfale, perché Tedino ha a disposizione un organico funzionale al progetto.
La sua squadra ha un’ottima impostazione tattica che mette in bella mostra l’estro dei singoli e la forza straripante dei cursori che non teme confronti in questo torneo. Giocatori come Rispoli e Aleesami sono un lusso per la B. Dal mio punto di vista, va migliorata la comunicazione fra i reparti e all’interno del singolo reparto per prevenire e prevedere le giocate offensive degli avversari. In particolar modo in difesa il portiere, che ha vista periferica ottimale, deve richiamare sempre i compagni nelle scalate e nelle marcature ad uomo ed i centrali difensivi devono chiamare l’uscita del portiere sulle palle alte o radenti che non possono intercettare, per evitare situazioni a metà. Mi piace ricordare un aneddoto di quando giocavo da regista nel Genoa in A.Io che non ero forte nei colpi di testa, fui chiamato da Gigi Simoni a sostituire Onofri nel ruolo di libero. Il portiere Sergio Girardi, un grande in tutti i sensi, mi confidò, a sua volta, che non era forte nell’uscita sulle palle alte. Ci mettemmo a ridere, senza capire che in quel momento avevamo esorcizzato le nostre fobie, perché, in quel istante, stabilimmo che io sarei intervenuto sulle palle basse e avrei chiamato il suo tempo di uscita sulle alte. Assumendoci le nostre responsabilità abbiamo capito che erano limiti superabili. Tutto andò bene ed io diventai bravo in quel ruolo e applicai questo concetto in tutte le squadre allenate”.