La Stampa: “«Serve lo sforzo di tutti. È in gioco la tenuta sociale ed economica del nostro Paese». Parla il Premier”

L’edizione odierna de “La Stampa” riporta le dichiarazioni di Giuseppe Conte, presidente del Consiglio. «Con la sospensione del patto di stabilità lo scenario cambia. Possiamo pensare di nuovo a sostenere sanità, imprese e famiglie». Presidente Conte, l’Italia resta chiusa fino al 3 aprile. E dopo? Quando finirà questa crisi? «E’ presto per dirlo. Questi saranno i giorni più difficili perché non abbiamo raggiunto la fase più acuta del contagio e i numeri cresceranno ancora. Siamo in attesa, nei prossimi giorni, degli effetti delle misure adottate. Lo avevo detto da subito che non si sarebbero visti nell’immediato. Le restrizioni sono quelle indicate anche dal Comitato tecnico-scientifico. Adesso abbiamo compiuto un nuovo passo in avanti, chiudendo tutte le attività produttive che non sono strettamente necessarie né indispensabili a garantirci i beni e i servizi essenziali. Ma molto dipende dal comportamento responsabile di ciascuno di noi: se tutti rispettiamo i divieti, usciremo prima da questa prova difficilissima. Se io ho paura? Sono preoccupato, come tutti gli italiani. Ma la responsabilità che avverto sulle spalle moltiplica il coraggio e le energie. Stiamo affrontando la crisi più difficile dal dopoguerra. Questo è il momento delle scelte, delle scelte anche tragiche. Riconosciamo priorità assoluta alla tutela del diritto fondamentale alla salute dei cittadini. Siamo consapevoli che è in gioco anche la tenuta sociale ed economica del Paese. Ed è per questo che le nostre scelte sono sempre molto ponderate. Con gli ultimi provvedimenti abbiamo deciso di rallentare il motore del Paese senza però bloccarlo completamente. Ci aspettano settimane molto impegnative». Perché Centro e Sud Italia devono accettare le stesse restrizioni del Nord, dove sono concentrati morti e malati? I numeri sono profondamente diversi. «Stiamo adottando tutte le misure ritenute necessarie per contenere l’epidemia al Centro ed evitare che esploda al Sud. Lavoriamo anche di notte per scongiurare questo scenario. Gli italiani rimangano a casa, tanto al Nord quanto al Sud. Non ci sono alternative». Che effetto le hanno fatto le foto dei camion con le bare di Bergamo? «Quelle sono le foto di tanti, troppi italiani che muoiono ogni giorno, tutti con un nome e un cognome. Dietro ci sono storie familiari, lacrime, sofferenze. Questa ferita rimarrà indelebile nella storia della nostra Patria. Non la potremo mai dimenticare. Abbiamo fatto un bando per una task force di 300 medici, in un giorno solo hanno aderito in 8 mila. In questo gli italiani sono straordinari. Stiamo potenziando le strutture ospedaliere esistenti. Ci stanno aiutando tutti: medici, infermieri, forze dell’ordine, volontari, forze armate. Numerose iniziative di sostegno ci arrivano dall’estero. Solo in questa giornata (lunedì ndr) distribuiremo 4 milioni di mascherine e 125 ventilatori. Decine di imprese italiane stanno riconvertendo le loro produzioni per rispondere all’emergenza, anche con il supporto dello Stato e delle risorse economiche inserite nel decreto “Cura Italia”. Il Paese sta rispondendo con tutta la sua forza. Ce la faremo». A questo ritmo supereremo i 10 mila morti entro la fine del mese. Inizialmente avete sottovalutato l’epidemia? «Con il ministro Speranza non abbiamo mai sottovalutato questa emergenza epidemiologica, tant’è che abbiamo adottato da subito misure rigorose.  L’OMS ha più volte riconosciuto che abbiamo operato nel modo giusto». Quanto ci vorrà per un vaccino? «Tutto il mondo della ricerca è al lavoro. Sono in fase di sperimentazione e di applicazione vari farmaci. I tempi non sembrano brevissimi». Presidente, è saltato il patto di stabilità, quanti soldi pensate di usare subito? E come? «E’ un passo importante che ci aiuterà a proteggere e a far ripartire la nostra economia. Utilizzeremo tutti gli strumenti utili a riprendere a correre, privilegiando interventi di sostegno a imprese, alle famiglie, ai lavoratori. Questa situazione emergenziale produrrà effetti su tutte le categorie di imprenditori e lavoratori. Il primo obiettivo è garantire liquidità alle imprese e aiutarle a superare questa fase ed evitare licenziamenti».