La Stampa, Corini torna da ex a Palermo: “«Sarà la mia partita speciale»”

Eugenio Corini torna dove ha scritto la storia. Domani il tecnico del Novara sfiderà il Palermo, con cui ha collezionato 129 presenze e 25 gol dal 2003 al 2007: il regista era stato fondamentale per il ritorno dei rosanero in A e per l’accesso alla coppa Uefa. Nel novembre della passata stagione Corini ha raggiunto di nuovo la Sicilia da allenatore, ma la sua esperienza è durata quasi due mesi: si è dimesso «perché non c’erano le condizioni per proseguire».

Cosa significa rivedere il Barbera?

«È qualcosa di speciale. Sono rimasto legato a quella città, a quella gente. Mi spiace come sia andata l’ultima volta. Avevo accettato con entusiasmo l’incarico per tentare il miracolo salvezza. Sono convinto che avremmo potuto fare come il Crotone, ma non c’era sinergia».

Quale differenze ha notato nel rapporto tra società e allenatore al Novara?

«Da fuori avevo intuito che qui si poteva lavorare in profondità e costruire un percorso. Dalla prima chiacchierata con il direttore Teti ho capito che avevo visto bene. È giusto che un allenatore abbia le sue idee e che si confronti con la direzione tecnica e la proprietà, poi lui tocca a lui assumersi la responsabilità delle scelte».

Prima di lasciare Palermo aveva invece parlato di «bomba atomica» per definire ogni gara dei rosanero e il fatto che tutto venisse sempre messo in discussione.

«Sì, forse avevo usato una metafora troppo forte. Il senso però era che non si può vivere ogni gara come quella da dentro o fuori. Serve una visione diversa e più approfondita, che vada oltre il singolo risultato».

Quindi nemmeno quella col Frosinone lo è stata?

«No, ed è falso che il cambio di modulo ha portato la vittoria. Con il 3-5-2 avevamo fatto bene già all’inizio senza raccogliere punti e con il 4-3-3 erano poi arrivati i primi successi: bisogna allora parlare di lavoro quotidiano, sistema, avversari e giocatori ideali in un certo periodo. Non mi piace ripetere la solita frase “pensiamo alla salvezza, poi si vedrà”. Noi dobbiamo alimentare il nostro margine di sogno un sabato alla volta».

Come si può crescere ancora?

«Alzando la competizione in allenamento, cioè recuperando tutti gli infortunati».

Sabato non avete niente da perdere?

«Io non la vedo così. Significherebbe sentirsi inferiori: il Palermo è tra le favorite, noi abbiamo le nostre qualità»”.

Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Stampa”.