La droga in mano alle mogli dei boss in carcere: 14 arresti fra Palermo, Carini e Misilmeri

Pistole, coca e rapine: coi mariti in carcere le mogli dei pusher gestivano lo spaccio, 14 arresti
Associazione a delinquere, detenzione e spaccio di stupefacenti, detenzione abusiva di armi e ricettazione. Sono le accuse mosse a vario titolo dalla Procura di Palermo ai 14 indagati dell’operazione denominata dai carabinieri Arcobaleno. I militari della compagnia di Carini hanno eseguito questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare con cui il gip – al termine di un’attività investigativa durata circa un anno e incentrata sui comuni di Carini, Palermo, Misilmeri e Siracusa – ha disposto il carcere per sette persone e i domiciliari per altre sette.

 

Pistole, coca e rapine: coi mariti in carcere le mogli dei pusher gestivano lo spaccio, 14 arresti

Tutto è iniziato con una rapina risalente ad agosto 2018, nella tabaccheria New Miramare di Carini, e dalla successiva perquisizione in un appartamento dove sono stati trovati 37 grammi di cocaina, quasi 5 mila euro in contanti e una pistola. Da quel giorno i carabinieri hanno seguito e investigato sul conto di alcuni soggetti ricostruendo i loro ruoli all’interno di un’organizzazione in cui anche le mogli degli indagati, dopo qualche arresto, sarebbero subentrate per non interrompere il lucroso business della marijuana. In poco più di un anno sono stati sequestrati quasi 5 chili di marijuana e circa oltre 500 piante.

Nel corso dell’attività d’indagine, tra l’estate del 2018 e aprile 2019, i carabinieri avevano già arrestato cinque indagati e ne avevano denunciati altri cinque, scovando nel frattempo anche tre piantagioni e sequestrando tre pistole: una Smith e Wesson a tamburo, calibro 357 e con matricola abrasa, una pistola lanciarazzi calibro 22 marca Bruni e un’altra pistola a tamburo, questa volta una calibro 8 della Lebel. Armi che secondo gli inquirenti sarebbero servite per eventuali rapine come quella alla tabaccheria New Miramare.

Tra pedinamenti e servizi di osservazione i militari, spiegano dal Comando provinciale, avrebbero accertato l’esistenza di una “continua e strutturata attività di produzione e coltivazione di marijuana a Carini e Palermo con spaccio in forma itinerante”, oltre a una “precisa divisione di compiti e ruoli tali da configurare specifiche responsabilità sotto il profilo associativo”.