“Il Palermo visto dai tifosi”, parola a Giorgio: «Ringrazio Zamparini, adesso facciamo lavorare Baccaglini. Possiamo salvarci perché…»

Nuovo appuntamento con la rubrica “Il Palermo visto dai tifosi” targata Ilovepalermocalcio. Oggi parola a Giorgio Caravello, tifoso del Palermo da anni, che ha commentato ai nostri microfoni la cessione del club rosanero a Paul Baccaglini. Ecco le sue parole:

Che idea ti sei fatto del presidente Baccaglini?

«Ritengo Baccaglini una persona abbastanza intelligente che sta cercando di creare un affiatamento di squadra. Cosa che negli ultimi anni, a causa della gestione Zamparini, non si è vista».

Molti sono scettici nei confronti di Baccaglini anche per via dei tanti tatuaggi. Tu pensi possa fare meglio di Zamparini?

«Penso che nessuna persona debba essere giudicata a priori dall’esterno, non a caso esiste un proverbio ben preciso che afferma “l’abito non fa il monaco”. Spero che Paul sia in grado di creare certi meccanismi all’interno della squadra e di ribadire il concetto di continuare a credere nella salvezza».

Credi ancora nella salvezza?

«Certo che sì. È ovvio che più passano le giornate, minori saranno le probabilità di riuscita. Però dobbiamo ricordare che il calendario sarà a noi favorevole, in quanto le prossime due partite ci vedranno affrontare Udinese e Cagliari, mentre l’Empoli dovrà cercare un miracolo per guadagnare qualche punto contro Napoli e Roma. Lo scopo deve essere quello di recuperare 4 punti dall’Empoli per giocarci il tutto e per tutto all’ultima giornata in casa proprio contro i Toscani».

Posavec è stato fin qui croce e delizia e domenica contro la Roma si è visto Fulignati. E’ la scelta migliore?

«Dal mio punto di vista ho sempre pensato che una squadra debba essere composta da 22 titolari. È normale che se un giocatore gioca male e continua a commettere errori è il caso di provare altro, anche per far accumulare esperienza al calciatore. Quello che è inaccettabile però è che una squadra di serie A si presenti al via della stagione senza un portiere di esperienza che possa aiutare la squadra in momenti così difficili».

Cosa ha fatto nascere il tuo amore per i colori rosanero?

«Sono dell’idea che ognuno debba essere tifoso della squadra della propria città. Questo è quello che mi ha spinto ad innamorarmi del rosanero sin da quando ero piccolo e di non mollarlo. Pur essendo fuori Palermo (causa Università) mi sono comunque abbonato al mio posto in curva Nord».

Vuoi inviare un messaggio a Zamparini?

«Voglio, a prescindere dagli ultimi anni di gestione, ringraziare il presidente per aver riportato il Palermo dove merita di stare, di averci fatto sognare un accesso in Champions, una Coppa Italia e averci fatto ammirare campioni che mai prima di allora avevano calcato il “Barbera”. Quello che mi dispiace, però, è che si sarebbe potuto prendere come punto di riferimento il Napoli, una società che è diventata grande solo dal 2008 in poi vendendo sì giocatori forti ma sempre reinvestendo i propri ricavi per comprare giocatori comunque adatti a campionati di vertice. Non capisco il perché il Palermo e soprattutto Zamparini non l’abbia pensata mai così, alla fine sarebbe stato meglio per tutti spendere la metà del ricavato dalla vendita di un giocatore per acquistarne uno forte piuttosto che 5 giovani senza alcuna esperienza».