Il Messaggero: “Meno club, più VAR e Coppa Italia all’inglese: il piano FIGC per il calcio”

L’edizione odierna de “Il Messaggero” dedica ampio spazio a quella che è la riforma dei campionati e il piano della Figc per rivoluzionare il calcio.

Qui si rifà il calcio o si muore. Il format a 18 squadre è solo un’arma di distrazione di massa del presidente della Figc Gabriele Gravina per uscire dall’impasse sulle riforme e spaccare il fronte della Serie A, con Juve, Milan e Inter, le big, al suo fianco. La Federcalcio ha pronto un piano dettagliato da sottoporre al Governo. È un documento di cinquantadue pagine, che partono sì dalla riduzione del numero dei club nel sistema professionistico (da 100 a 80),ma non investono la serie A e la serie B, che rimarrebbero a 20 squadre, bensì la Serie C, che di fatto perderebbe un girone (con 40 club totali anziché 60) e la sua rappresentanza nel consiglio federale, accorpata alla Serie B. La Serie A così assumerebbe più peso – anche se formalmente continuerebbe ad avere il 12% – perché grazie al 6% del calcio femminile, una sua costola, si spingerebbe fino al 18%. Conteranno sempre di più i Dilettanti (30%), seguiti da calciatori (19%), SerieB (12%), allenatori (9%) e arbitri (2%), ma verrà introdotto anche il “principio di intesa forte” da parte della Lega di A per l’approvazione delle decisioni che impattano significativamente su club e campionati di Serie A (ad esempio la revisione delle licenze nazionali). Le società pretendono però ancora più peso politico (aspirano al veto su ogni delibera, compresa l’iscrizione al campionato),ma in realtà tutte le proposte del loro documento sono già state consegnate e recepite nel progetto federale.

CHI SALE E CHI SCENDE La Figc è pronta a cambiare retrocessioni e promozioni con un sistema simmetrico: due squadre direttamente retrocesse più un playoff fra la terzultima e la quart’ultima della Serie A (come nel calcio dilettantistico). Le promozioni dirette in Serie B rimarrebbero due, con i playoff che riguarderebbero solamente terza e quarta, che accederebbero direttamente a quella che oggi è la finalissima. Ridotto anche il paracadute per le retrocesse (da 60 a 30 milioni, con redistribuzione degli importi per tre fasce), visto che si considera troppo alto e a totale appannaggio delle retrocesse dalla A e a discapito delle formazioni che rimangono nel torneo cadetto. La Lega propone, a proposito, anche la riduzione del 30% degli stipendi in caso di retrocessione, ipotesi su cui Gravina è pronto a discutere. Nuovo format per la Coppa Italia con l’allargamento a tutti i club professionistici (aggiungendo due turni, le teste di serie dentro ai sedicesimi), con la formula – che riprende il modello FA Cup – dello scontro secco e diretto. La Lega ha già rinunciato a vedere la finalista di Coppa Italia qualificata in Champions perché solo la Uefa può deciderlo. Il piano delle riforme Figc si occupa anche del Var, dell’aumento dei casi in cui utilizzarlo (ad esempio, secondo giallo), di una maggior formazione degli arbitri e maggior trasparenza (annunci pubblici durante le gare), oltre l’introduzione del sistema di “Challenge Var” (richiesti 1-2 interventi anche dalla Lega), ma con regole precise (ad esempio, limiti e situazioni contestabili). Solo l’Ifab tuttavia può dare l’ok.

INDEBITAMENTO Non solo la riforma dei campionati, bisogna contenere le spese e ridurre l’indebitamento. I conti in generale delle società professionistiche preoccupano. Così la Figc vuole introdurre criteri più stringenti per quanto riguarda l’iscrizione al campionato e allinearsi alle regole Uefa, riducendo il periodo transitorio per i nuovi criteri (un anno invece dei tre attuali), recependo «zero over due rule» (sanzioni in caso di debito scaduto da oltre 90 giorni) e introducendo indicatori di sostenibilità prospettica funzionali a supportare un cambio culturale dei club, trasformando le società di calcio in aziende con approccio «industriale», nello specifico. Quindi non solo l’indice di liquidità, ma nuovi parametri sul patrimonio netto che dovrà per forza essere positivo (a oggi per esempio Inter e Roma, e molte altre, sarebbero a rischio) e anche sul risultato d’esercizio. Opportunità di potenziare la Commissione affiancandola con enti terzi con capabilities qualificate in ambito Audit (es. società di revisione), aumento della frequenza dei controlli durante l’anno (da 2 ad almeno 4), ampliamento del perimetro di controllo non solo a dati storici ma anche a budget/ pianificazione industriali (ricavi, costi, investimenti andamento stimato degli indicatori a minimo anni). Introduzione della responsabilità per la Co.Vi.So.C. del continuo aggiornamento degli indicatori di ammissibilità dei campionati.