Il Betis si affida ad un criminologo e inchioda gli avversari: «Il tecnico dice al giocatore di stare male»

Come si legge su “Fanpage.it” Betis-Siviglia, derby di Copa del Rey dello scorso 15 gennaio, è diventato oggetto di investigazione da parte di un criminologo e della sua squadra di esperti. Potrebbe essere una scena degna del telefilm “CSI – Scena del Crimine” con l’analista forense ed ex detective della squadra omicidi Horatio Caine che indaga nella serie TV ma non è così.

Prima di arrivare all’analisi forense del criminologo però è doveroso fare un passo indietro e ripercorrere gli eventi della sera del 15 gennaio. Allo Stadio Benito Villamarín, casa del Betis, è di scena l’ottavo di finale di Copa del Rey che vede in campo un acceso derby. I padroni di casa subiscono lo svantaggio grazie ad un eurogol del Papu Gomez, poi reagiscono trovando il pareggio con Fekir. Il Betis festeggia e a quel punto avviene il fattaccio: Joan Jordan, giocatore del Siviglia, viene colpito da un’asta lanciata dagli spalti, alla testa. Cade subito a terra, viene soccorso, poi si rialza sulle proprie gambe mentre il clima è incandescente. Jordan litiga con i tifosi del Betis, poi si risiede a terra. Arriva la barella, ma il giocatore esce dal terreno di gioco camminando, mostrando segni di disagio per la botta ricevuta. Il Siviglia lascia il campo e non si presenterà più, i giocatori del Betis non sanno cosa fare, alcuni entrano negli spogliatoi, altri restano ma dopo trequarti d’ora d’attesa arriva la decisione ufficiale: gara sospesa in modo definitivo.

Il derby di Copa del Rey si rigiocherà il giorno successivo alle 16:00, dal minuto in cui è stato interrotto, sempre al Villamarìn che però è stato squalificato: non c’è il pubblico. Per la cronaca, nel ‘replay’ de “el Gran Derbi” il Betis avrà la meglio segnando la rete decisiva con Canales nel secondo tempo, guadagnandosi i quarti di finale di Copa. Ma la dirigenza non è soddisfatta del risultato acquisito sul campo e così presenta un ricorso formale contro la squalifica dello stadio e per farlo si avvale di una squadra di investigatori guidati da un criminologo.

Alla Commissione disciplinare, così è stato presentato un dettagliato ricorso che include quanto accaduto attorno al 40′ subito dopo la rete di Fekir, quando Jordan viene colpito da un’asta in testa. Un ricorso non comune, per ché il Betis ha schierato una vera e propria squadra a sorpresa per redarlo: ci hanno messo mano uno specialista in criminologia, un esperto in comunicazione non verbale, un logopedista e uno psicologo forense. E l’analisi che ne deriva è capillare: il colpo subito da Jordan non viene messo in discussione ma subito il colpo viene definito “molto lieve, anche perché il giocatore comunica verbalmente all’arbitro che sta bene”.

Nella analisi del Betis sono fondamentali i minuti successivi: “Il comportamento è normale, apparentemente senza sintomi di vertigini o malessere” si legge nel ricorso redatto secondo gli studi della squadra investigativa. Poi, avverrebbe il misfatto: “Martangòn (delegato del Siviglia a bordo campo, ndr)  inizia a parlare con Ivan Rakitic quando non c’è l’arbitro nelle vicinanze e poi fa lo stesso con Lopetegui”. E qui, secondo i criminologi del Betis cascherebbe l’asino perché il tecnico chiederebbe a Jordan di cadere a terra: “Jordan a quel punto inizia a dare segni di vertigini e si siede per terra”. Dunque, pur condannando la violenza del gesto dei propri tifosi, tutto spingerebbe per la ‘colpevolezza’ del Siviglia nell’aggravare la situazione, con la conseguente richiesta di pretendere la cancellazione della squalifica al proprio stadio che è stato ‘condannato’ alle porte chiuse.

Di seguito una clip dell’episodio incriminato: