Gds: “Palermo. Delitto alla Zisa, si segue la pista mafiosa”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul delitto alla Zisa.

Gli spari scuotono il cuore della Zisa che sta ancora svegliandosi. Sono da poco passate le 8 del mattino. Tre colpi di pistola non lasciano scampo a Giuseppe Incontrera, 45 anni, disoccupato con precedenti per droga, moglie e tre figli di 21, 19 e 11 anni, consuocero per parte di figlia di Giuseppe Di Giovanni, fratello di Gregorio e Tommaso, boss che si sono alternati alla guida del mandamento di Porta Nuova.

Incontrera è uscito da casa da pochi minuti, prende un caffè nel bar a due passi con un conoscente che ha una bottega in zona, sale sulla sua bici elettrica e imbocca via Imperatrice Costanza, la strada perpendicolare alla via Cipressi, dove abita al civico 9. Pochi secondi di tragitto e la sua vita è segnata: viene colpito più volte da chi fa fuoco, pare con una calibro 22. Cade a terra, davanti al civico 43, all’altezza di una Mini Cooper grigia posteggiata sul lato sinistro della carreggiata e davanti ad un garage utilizzato come posteggio di un’auto: lo si capisce dal cartello del «passo carrabile» affisso sulla parete e dipinto sulla saracinesca.

I particolari che servono a ricostruire la dinamica di quei minuti sono vaghi, nessuno avrebbe visto nulla. Ma i carabinieri iniziano subito il censimento delle telecamere di videosorveglianza della zona e pare che in qualche filmato ci sia qualche particolare utile per le indagini: gli inquirenti non lasciano trapelare nulla, ma una telecamera potrebbe avere ripreso un particolare importante.

Incontrera è a terra quando viene avvicinato da una persona che era in auto in transito: scatta subito l’allarme, viene caricato a bordo e portato a grande velocità verso il pronto soccorso dell’ospedale Civico. Però è spacciato: i medici attivano tutte le procedure per salvargli la vita, ma non possono che costatarne il decesso. Dalla Zisa, intanto, arrivano al Civico familiari e amici: c’è la moglie, il figlio di 21 anni. Chiedono notizie, ma la porta del pronto soccorso è sbarrata come sempre. La tensione inizia a salire col passare dei minuti, attorno al pronto soccorso si radunano una cinquantina di persone. Vengono allertati gli agenti di polizia del reparto mobile per presidiare il nosocomio. I sanitari del 118, arrivati intanto in via Imperatrice Costanza non trovano nulla: riferiscono di aggressioni verbali nei loro confronti e vanno via.

Nel quartiere si sparge la voce che Incontrerà sia rimasto vittima di una sparatoria dopo una lite per un incidente stradale: la Mini Cooper posteggiata proprio nel posto dove è stato trovato a terra ha il parabrezza scheggiato, un particolare che sembra avvalorare questa tesi che nel corso della mattinata verrà in un certo senso smentita dal proprietario dell’auto, che agli inquirenti dirà che quella scheggiatura c’era già.

I primi rilievi vengono effettuati dalla polizia, ma durano poco: dalla Direzione distrettuale antimafia arriva l’indicazione che a compiere i rilievi, e seguire le prime indagini, saranno i carabinieri del Nucleo investigativo dei carabinieri – in passato hanno condotto indagini delicate e incisive sulla cosca di Porta Nuova – che con i tecnici della scientifica setacciano la zona palmo a palmo. A fine mattinata restano i cartellini gialli dei rilievi numerati fino al 7.