Gazzetta dello Sport: “Saraniti «Tifavo Toni dalla curva. Per me il Palermo sarebbe un sogno. L’anno scorso ho rifiutato la categoria»”

L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” riporta le dichiarazioni di Andrea Saraniti, attaccante che spera di indossare la maglia della squadra della sua città: «Non saprei dire che a che punto è la trattativa di rientro a Lecce con la famiglia, dopo un week-end al mare -. So che c’è stato qualche contatto tra i dirigenti rosanero e il mio agente. Attendo fiducioso, da parte mia c’è tutta la volontà. Innanzitutto essendo palermitano sarebbe grande motivo d’orgoglio per me poter indossare la maglia del Palermo. E poi c’è un progetto serio, persone perbene e competenti, con idee molto chiare. Non potrei chiedere altro.

Io cercato dai rosa l’anno scorso? Sì è vero, ma non ho rifiutato il Palermo, come ha scritto qualcuno. Semmai ho rifiutato la categoria. A 31 anni e con tante richieste da club importanti, non me la sono sentita di tornare tra i dilettanti, avendo per altro ancora 2 anni di contratto tra i professionisti. Non è stata una questione di soldi o di motivazioni, ma solo di categoria.

Io mai al Palermo? Semplicemente non c’è mai stata questa possibilità. A 15 anni sono stato preso dal Catania e lì ho fatto alcune stagioni nel settore giovanile. Poi, quando mi sono affacciato al professionismo, il Palermo era in Serie A e navigava ad altissimo livello. Ho vissuto da tifoso la cavalcata che ha condotto i rosanero dalla Serie C alla A: andavo in gradinata tutte le domeniche quando c’erano Cappioli e La Grotteria. Stesso discorso quando Zauli, Corini e Toni ci hanno riportato in A dopo 32 anni. Successivamente mi sono allontanato da casa e non è stato più possibile frequentare il Barbera, ma ho continuato a seguire con affetto la squadra.

Incroci? Un paio, sempre al Barbera e in entrambe le circostanze sono uscito sconfitto: la prima volta con la Virtus Francavilla in Coppa Italia. Non c’era tantissima gente, ma ero molto emozionato. Perdemmo 5-0 e ricordo che segnò una tripletta Trajkovski. E poi 2 stagioni fa, col Lecce: finì 2-1 per il Palermo, ma entrai solo nel finale di partita.

Vicenza? Sì, a Vicenza è stata una stagione non fortunatissima dal punto di vista personale. Mister Di Carlo aveva a disposizione tanti attaccanti e ci alternava spesso. A me è mancata un po’ di continuità anche a causa di un infortunio e di una successiva ricaduta. A Lecce, invece, sono arrivato a gennaio e con 5 gol ho dato un contributo importante alla promozione.

Ingrediente che serve al Palermo per vincere la C? L’unità di intenti tra società, squadra, allenatore e tifosi. Palermo ha entusiasmo e blasone, ma senza coesione non si va da nessuna parte».