Gazzetta dello Sport: “Inter: e sono 6! Pioli cambia e vince. Entra Joao Mario e batte un coraggioso Palermo”

“Per raccogliere l’ottava vittoria consecutiva, coppe incluse, l’Inter si adatta alla giornata: viscida e buia, con i fari accesi già prima del via e il diluvio che bagna le intenzioni e nasconde le trappole. Sembrava proprio il tempo giusto per scivolare, dopo la serie positiva, i complimenti, le ambizioni di Champions più che sussurrate, anche se davanti non rallentano. Invece l’Inter afferra bruscamente questo successo perché si adatta alle trasformazioni, campa sul numero più ridotto di errori possibili e costruisce il massimo che può ottenere. La strada è questa, arrivare sempre più vicino al podio prima degli scontri diretti con le prime tre, e poi si vedrà se la consistenza costringerà questo gruppo a ridurre le pretese. I MOTIVI La mossa che interrompe la stagnazione è, come a Udine due settimane fa, il cambio di Banega con Joao Mario. Pioli ha riproposto l’argentino nella posizione del trequartista, ma non escono le idee di un numero dieci e nemmeno quel gioco verticale che innescherebbe la giostra degli esterni. Secondo l’allenatore è perché i compagni non lo assecondano nei movimenti, ma sembra una difesa d’ufficio. Con il portoghese l’Inter è più diretta, leggera e proprio lui va all’inserimento che mancava nel cuore dell’area. Le altre occasioni sono invece tiri secchi come i lampi del temporale (Brozovic, Candreva) oppure nicchie ricavate da Icardi nella guardia della difesa del Palermo, che non dimostra di essere la peggiore del torneo. Quando il centravanti riesce a sfilarsi dai centrali, trova il portiere in posa eccellente. Ma con l’invito di Candreva e la volée di Joao Mario, i ricordi del novembre 2012, quando fece l’ultimo sei su sei in campionato, diventano attualità. PALERMO CORAGGIOSO Il Barbera non è mai stato il domicilio della felicità per il Palermo, in questa annata: soltanto un punto in casa e le sconfitte adesso sono nove. Però ad un certo punto anche lo sciopero della curva per protesta contro Zamparini viene accantonato, perché lotta e coraggio non mancano. Le opportunità più accattivanti sono in partenza, manca anche un rigore per una trattenuta in area, però la costruzione non porta mai alla conclusione nei pali di Handanovic, che finisce senza tiri come soltanto contro il Crotone. Dietro al migliore, Posavec, si notano la disponibilità di Gazzi, la tenuta mentale e fisica dei difensori, le sudate di Nestorovski che però non sono accompagnate dall’estro di Quaison. Corini è stanco di essere sempre in bilico, sembrava che le tre partite di tregua concessegli (fino al Crotone; tra due turni) potessero far parlare di lavoro sul campo e basta, invece l’allenatore ora chiede «dignità e orgoglio a tutti» e si confronterà subito con la società. Vuole anche rinforzi di categoria e abituati a questo campionato. Adesso però la distanza con la quart’ultima è salita a undici punti. INTER CONTINUA Anche se chiude in dieci, per l’espulsione di Ansaldi al 35’ del secondo tempo, l’Inter non perde la testa, è più calma del suo allenatore allontanato anche lui per proteste nell’episodio del rosso. Prende in mano il governo della gara con il tempo, è più concreta in mezzo che sui lati. Il 42­3­1 senza Kondogbia, con Brozovic e Gagliardini ancora titolare dà più garanzie quando l’ex atalantino non si limita soltanto a coprire le spalle agli altri, ma prova corsa e spunti verticali. Potrebbe anche segnare con una rovesciata spettacolare e se all’inizio è meno incisivo rispetto alle altre due uscite, poi comincia a saltare le pozzanghere con disinvoltura. E con lui la squadra ripone la sufficienza e la confusione che caratterizzano i tratti iniziali. Sono partite, e questa non è l’unica della serie, che in altri periodi non sarebbero state vinte. Il cammino della banda di Pioli si arricchisce di autostima e sicurezza che serviranno tra breve: nella stessa settimana, tra il 31 gennaio e il 5 febbraio, i nerazzurri potranno misurare i loro veri obiettivi, tra il quarto di finale di coppa Italia contro la Lazio e il viaggio a Torino in casa della Juventus. Nell’attesa c’è il Pescara, sabato a San Siro, e la golosa attrazione della nona sarabanda consecutiva. E se piove molto, l’Inter si adatterà”. Questo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”.