Gazzetta dello Sport: «Con me o senza di me restate vicini al Palermo»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha deciso di riportare le ultime notizie che riguardano il futuro del tecnico rosanero Delio Rossi. Un futuro che, salvo clamorose sorprese, sembra essere lontano da Palermo. Ecco un estratto dell’articolo: Tanti tifosi vorrebbero ripartire da lui. Ma ancora è presto per dire se Delio Rossi rimarrà alla guida del Palermo oppure no. Il suo contratto scade il 30 giugno. Il suo compito, al momento, si è esaurito. Avrebbe voluto giocare i playoff, ma i tribunali del calcio glielo hanno impedito. Il nuovo direttore generale rosanero, Fabrizio Lucchesi, a cui la famiglia Tuttolomondo ha affidato il compito di costruire un Palermo vincente, non ha escluso nulla in chiave futura: «Con Delio ci siamo confrontati e torneremo a parlarci nei prossimi giorni» ha detto Lucchesi. Prima, infatti, c’è da sciogliere il nodo relativo al direttore sportivo. Il confronto con Rossi verterà sulle idee e i programmi, che devono necessariamente collimare per avviare un discorso programmatico vincente. Rossi aspetterà la chiamata di Lucchesi, prima di valutare altre ipotesi. Il punto d’incontro, da cui ricominciare, potrebbero essere i giovani. La prossima settimana se ne saprà di più. Intanto ieri Rossi ha fatto le valigie e si è imbarcato per Roma. La sua seconda esperienza a Palermo è durata quasi 40 giorni. Avrebbe voluto rimanere qualche settimana in più per disputare i playoff, ma le sentenze della giustizia sportiva hanno riscritto la classifica e così a Rossi non è rimasto che salutare: «Io mi reputo un uomo di campo – ha dichiarato l’allenatore romagnolo al sito ufficiale del Palermo – e per un uomo di campo è faticoso dare un giudizio su qualcosa che ha a che fare coi tribunali: posso solo dire che i campionati dovrebbero decidersi in campo. Evidentemente c’erano delle situazioni pregresse e alla fine la classifica era stata riscritta dai giudici. Non entro nel merito. A me dispiace solo non aver potuto giocare i playoff che i ragazzi si erano guadagnati lottando. Per fortuna, dopo la sentenza di primo grado, molto gravosa per il Palermo, è arrivata una sanzione più mite in appello, che darà quanto meno alla società la possibilità di ripresentarsi ai nastri di partenza del campionato cadetto». È difficile, comprensibilmente, per Rossi fare un bilancio, proprio in considerazione della mancata partecipazione ai playoff: «Il bilancio non può che essere parziale – ha aggiunto Rossi – . Abbiamo giocato 4 partite in 15 giorni, non c’è stato molto tempo per incidere. Però i ragazzi si sono messi subito a disposizione ed è stato un peccato non poter portare a termine il lavoro disputando i playoff. Qualcosa di mio si è visto col Cittadella, credo siastata la partita giocata meglio dal punto di vista tecnico, questo al di là del risultato finale». Cari tifosi vi dico Lucchesi conosce bene Rossi e sa quanto la gente di Palermo sia affezionata a lui, il che potrebbe rappresentare un gran bel vantaggio, nel tentativo di ricompattare subito l’ambiente attorno alla nuova proprietà, con un allenatore amato, navigato e che conosce (e in passato ha vinto più volte) la categoria: «È un momento particolare, ditransizione, con qualche problema da risolvere – ha sottolineato Rossi –. Questo rappresenta un nuovo inizio: c’è una nuova proprietà e bisognas tare vicini al club, perché i veri tifosi si vedono nel momento di bisogno, non quando le cose vanno bene. I palermitani hanno saputo scindere l’uomo dall’allenatore e questo per me è importante. Palermo per me significa stima, per questo ho accettato quando Foschi mi ha telefonato. Quando andai via, nel 2011 dopo la finale di Coppa Italia, forse avevamo raggiunto il picco più alto della storia di questa società. Sono tornato in punta di piedi, in una situazione delicata, ma ho ritrovato lo stesso affetto. Era triste seguire il Palermo in tv e vedere lo stadio vuoto. Io so cosa significa giocare col Barbera pieno. E mi ha fatto piacere rivedere 30 mila persone sugli spalti contro il Cittadella. E da lì che deve ripartire la società. Il Palermo è patrimonio di tutti, non solo di chi gioca a calcio, perché è il biglietto da visita della città, anzi, direi di un’interaregione, e i successi sportivi possono aiutare a promuovere il suo buon nome a livello mondiale».