Gazzetta dello Sport: “Blatter accusa la Uefa e ammette: «Sì, sono stato testimone di sorteggi truccati»”

“«Palline in frigorifero». L’ex presidente della Fifa Sepp Blatter scongela la memoria e al quotidiano argentino La Nacion serve una patata… bollente. «Sono stato testimone diretto di sorteggi truccati nelle competizioni europee». Caldofreddo, lo stratagemma più scontato. La pallina da pescare viene piazzata in frigo e congelata per la pesca. «Ma io non l’ho mai fatto e alla Fifa non è mai successo». Figurati se Blatter si fredda da solo, lui che ancora nega le accuse di corruzione che hanno portato alla squalifica di sei anni comminata dal Comitato etico della Fifa. ARTEMIO FRANCHI Nell’intervista si arriva all’argomento sorteggi parlando di Brasile 2014. In Argentina vive la leggenda che con Blatter ai vertici del calcio internazionale, i gironi dell’Albiceleste variassero a seconda dei rapporti momentanei tra il grande capo della Fifa e l’ex presidente della federcalcio argentina, Julio Grondona, morto poco dopo l’ultimo Mondiale. Quello in cui l’Argentina avrebbe avuto la strada spianata perché tra i due era scoppiata la pace. «I miei sono sempre stati sorteggi puliti, non ho mai toccato una pallina in vita mia – si difende Blatter, che poi passa al contrattacco – Artemio Franchi (presidente della Uefa dal 1973 al 1983 e vicepresidente della Fifa dal 1976 al 1983 ndr) piuttosto truccava i sorteggi delle coppe europee, ma con la Fifa non imbrogliò mai, nemmeno ad Argentina 78». Un’accusa pesante, ma Blatter non si ferma. «Alla Uefa mettevano le palline in frigorifero prima del sorteggio, così chi le toccava poteva sentire subito la differenza e indirizzare la pesca». Blatter poi ci scherza su: «Io usavo la magia, invece…». MARADONA Gli argentini vogliono vederci chiaro anche in un’altra vicenda torbida. La squalifica di Diego Armando Maradona a Usa 94 per doping, dopo la vittoria contro la Grecia. «Quando il numero dieci fu sorteggiato per il controllo anti-doping nel dopo partita – ricorda Blatter – Grondona si fece il segno della croce e mi disse: “Che Dio ci aiuti”. La cosa mi insospettì già dal principio. E il timore di tutti era che la vicenda poi potesse rovinare l’intero Mondiale americano. Ma per gli Stati Uniti fu come se non fosse successo nulla…». Americani freddini. Anche più delle palline in frigorifero…”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.