Palermo, ESCL. Lancini: «Non ho avuto la possibilità di giocare, ero rimasto per Baldini. Lui a livello umano…»

Il difensore classe ’94 Edoardo Lancini ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni a pochi giorni dal suo addio al Palermo. Il centrale difensivo era uno degli ultimi superstiti della grande cavalcata dei rosanero che dalla Serie D è riuscito a tornare in B e a sfiorare anche i playoff. Lancini lascia Palermo dopo 4 stagioni, condite da 80 presenze e 5 gol ma quest’anno con Corini è sceso in campo appena 3 volte. Il suo contratto scadeva il 30 giugno 2023 e non è arrivato il rinnovo. Così Lancini adesso è svincolato e aspetta di scoprire la sua prossima destinazione. L’intervista di Lancini ai nostri microfoni.

Palermo, l’intervista esclusiva di Lancini

ADDIO ANNUNCIATO“L’addio a fine stagione non è stato una sorpresa. Già da gennaio sapevo che sarei andato via. Di fatto non mi è stata data l’opportunità di esprimere le mie qualità. Venivo da un periodo in cui era appena nato mio figlio, con la Reggiana mi ero fatto male alla schiena e non ho recuperato bene. Volevo a tutti i costi giocare e poi non è andata bene una partita però capita a tutti.  Detto questo io sono felice dei miei anni a Palermo e di quello che abbiamo fatto. Durante il mercato di gennaio già volevo andar via ma non c’erano situazioni adatte e non volevo andar via senza un progetto concreto”.

PALERMO MERITA LA SERIE A– “Sicuramente ciò che mi mancherà di più è entrare al Barbera. La città è bellissima, viene etichettata con tanti pregiudizi ma in realtà si vive benissimo. C’è tante gente di cuore e hanno questo amore per la squadra che è incredibile. Andando in altre piazze questo mi mancherà perché Palermo è una piazza che merita la Serie A. Sono sempre stato troppo sensibile e le emozioni che ho provato al Barbera non so se le proverò ancora”.

RAPPORTO CON CORINI“Con Corini ho sempre avuto un rapporto schietto. Lui mi ha sempre chiarito la sua posizione. La fiducia per un calciatore è tutto e quello fa la differenza. Uno dice sempre che la fiducia bisogna trovarla dentro sé stesso ma quando poi non giochi è difficile. Mi sono sempre sentito più forte degli altri ma l’allenatore aveva altre idee tecniche, non potevo farci niente. La fortuna di tanti giocatori la fanno gli allenatori. Se uno sa giocare a calcio il livello più o meno è quello poi la fiducia per un calciatore è tutto e quello fa la differenza”.

ELOGI PER SAGRAMOLA E CASTAGNINISono arrivato a Palermo grazie a Castagnini e Sagramola e voglio sottolinearlo perché tante volte non sono stati nominati e spesso criticati ma sono stati fondamentali per portare la squadra dove è oggi. Hanno portato giocatori importanti a Palermo anche quando non c’erano le risorse economiche che ci sono adesso. Io devo tutto a loro, sono stati come due padri per me. Mi hanno chiamato il 14 agosto quando ero ancora a Brescia e mi hanno convinto subito. Sono due uomini di calcio e sapevo che con loro potevamo fare qualcosa di straordinario”. 

Esclusiva Lancini: il rapporto con Baldini

Durante l’intervista in esclusiva ai microfoni di ilovepalermocalcio, Edoardo Lancini ha sottolineato il rapporto speciale con Silvio Baldini al Palermo e si è soffermato anche sul suo futuro.

BALDINI E’ SPECIALE “Sono rimasto a Palermo perché c’era Baldini e lui in me aveva piena fiducia. Forse ero più imprescindibile di Marconi in quel momento. Con Baldini potevo giocare anche 40 partite in Serie B. Il suo arrivo ci ha portato a compiere qualcosa di incredibile. Abbiamo fatto un miracolo ma nel calcio ci si dimentica in fretta e il tempo corre veloce. La gente non ha cancellato quello che abbiamo fatto ma forse lo hanno accantonato. Abbiamo fatto qualcosa di impensabile perché non eravamo i più forti ma con la coesione e la compattezza siamo arrivati in fondo.

Mister Baldini

Siamo riusciti a trascinare una città con noi e l’entusiasmo è riuscito a farci vincere le partite. Alla fine il calcio è questo, l’entusiasmo che ti trasmette la gente e questa è la cosa più bella che mi porto. Baldini è stata una persona fondamentale, anche a livello umano. Ti da 100 in campo e anche umanamente. Per il calcio di oggi è troppo schietto e sincero e spesso non viene compreso“.

SOGNO PLAYOFF SVANITO“Sono stati episodi, anche il Brescia sarebbe retrocesso con la sconfitta quindi anche loro dovevano dare tutto. Nessuno pensava potesse andar così, nella ripresa abbiamo avuto un blackout di 10 minuti”.

FUTURO –Non so ancora niente. Non è che non voglio dire dove andrò ma per ora è tutto fermo. L’idea mia è di andare in una piazza dove c’è tanto calore ma non è facile. A me piacerebbe giocare in Serie B, poi è normale che nel calcio di oggi si guardano tanto i numeri e quest’anno ho fatto 3 partite. a 28-29 anni non è facile, lo dico chiaramente. Ma mi sento ancora vivo e ho tanta voglia. Ho vissuto 6 mesi molto tosti, passando da essere uno dei protagonisti di una cavalcata storica a non giocare. Ho cercato la fiducia in me stesso, ho trovato la forza dentro di me e sentivo che ero ancora quel giocatore dei playoff dove mi sentivo invincibile. Con l’aiuto della mia ragazza, di mio figlio, dei miei genitori e dei miei amici Francesco, Gabriele, Pasquale e Michele sono riuscito a passare questo momento. 

Sono un ragazzo umile, quindi tornerei anche in Serie C ma devo giocare perché so che quando gioco e sto bene posso raggiungere livelli alti. Io non mi precludo niente ma voglio andare in una piazza che trasmetta calore. So che trovarne una come quella di Palermo è difficile ma sono sempre stato abituato a giocare in piazze dove si senta la pressione e quindi cerco una piazza di questo tipo“.