Escl. Amenta: «Futuro del Palermo? Da chiedere a Mirri. Di Piazza non può recedere dal Palermo, e i 15 milioni…»

Lo scorso martedì, 23 febbraio, si è tenuta l’assemblea dei soci del Palermo Fc. Tra questi era presente anche il professore Carlo Amenta, scelto dall’associazione dell’azionariato popolare di Amici Rosanero come rappresentate. La nostra redazione ha intervistato proprio Amenta per avere alcuni chiarimenti su quanto accaduto e su cosa potrebbe accadere nel futuro del club di viale del Fante.

Può spiegare la “mossa” della società rosanero che ha deliberato di ricostituire il capitale sociale per assorbire interamente le perdite maturate alla data del 31 dicembre 2020 e, contestualmente, di aumentarlo fino all’importo di euro 10.734.030,20 completando l’investimento dei complessivi quindici milioni previsti. A cosa serve l’abbattimento e l’aumento di capitale?

«Fondamentalmente la società ha preso atto delle perdite accertate dal 30 giugno 2020 al 31 dicembre 2020, che sono circa 2 milioni e 800mila euro, ma sommate a quelle che c’erano al 30 giugno 2020 ammontavano ad un importo superiore ad 1/3 del capitale sociale. Il Cda ha convocato i soci per rappresentare i fatti, cosa che impone il codice civile, e i soci hanno deciso di fare un’operazione sul capitale. È stato, quindi, abbattuto il capitale sociale, tenendo conto delle perdite, e per continuare questa stagione e gettare le basi per la prossima hanno aumentato il capitale fino a euro 10.734.030,20. Con l’operazione fatta ora e quella che precedente, mettendo i 6 milioni e 800mila euro, hanno immesso i 15 milioni che erano previsti per il progetto triennale».

Finiti questi 15 milioni cosa accadrà?

«Questo lo sa Dario Mirri, io non posso saperlo. Queste, avevano detto, erano le somme a disposizione del Palermo. Se ne hanno altre non lo posso sapere. Certamente hanno fatto un’operazione che consente di guardare con tranquillità a questo campionato e, se ripartono i ricavi, anche al prossimo. Cosa faranno successivamente non lo posso sapere».

Con la liquidazione di Hera Hora, cosa che si voterà al Cda di domenica, il recesso di Di Piazza viene annullato.

«Il recesso è con Hera Hora, che è slegata dal Palermo FC. Il presidente di Hera Hora (Daniele Mirri), quando ci fu il primo aumento di capitale, aveva dato mandato per aumentarlo ancora fino a 15 milioni. Di fatto, è un’operazione legata ad esigenze del Palermo calcio. La mossa è legata ad un obbligo da parte del Cda che, viste le perdite, doveva essere convocato e alla volontà di tenere fede agli impegni da parte di Mirri che di Di Piazza».

Lei ha fatto riferimento all’indebitamento del Palermo al 31 dicembre 2020. Ma sicuramente è stata fatta una prospettiva di perdite al 30 giugno 2021

«Il Palermo perde circa 700mila euro al mese, che calcolati per sei mesi sono 4 milioni e 200mila euro».

Lei ha partecipato all’Assemblea dei soci come rappresentate di Amici Rosanero. Ha comunicato loro le mosse della dirigenza e come l’hanno accolta?

«Abbiamo fatto l’assemblea tra associati. Noi non abbiamo sottoscritto l’aumento di capitale perché, qualche quota noi possediamo, il nostro diritto di voto resta al 10%. Gli associati hanno apprezzato il fatto che sia la famiglia Mirri che Di Piazza abbiano tenuto fede ai propri impegni. Allo stesso momento hanno manifestato, chiaramente, le preoccupazioni future legata all’assenza di ricavi. Da parte degli associati c’è stato pieno appezzamento per quanto fatto, con la speranza che le cosa vadano meglio in futuro».

Alla luce di questo aumento di capitale, secondo lei, il Palermo senza un nuovo socio o proprietario che futuro avrà?

«Non so cosa voglia fare Mirri. Il problema è uno. A causa della pandemia quello che si doveva svolgere in tre anni è stato fatto in due. Chiaramente questo ha cambiato i piani. I problemi tra i soci, che non vogliono più andare avanti insieme, crea maggiori problemi. È chiaro che si è rotta quella compagine che ci aveva portati qui. Cosa succederà verrà deciso dai proprietari che, comunque, hanno tenuto fede ai loro impegni».