Da «Campioni d’Inverno» al cambio in panchina, quando gli errori diventano un hobby

E così anche la stagione della regular season 2018/2019 in serie B è finita. Il Palermo anche quest’anno, è riuscito a buttare al vento un campionato, per larghi tratti della prima frazione dominato.

Già perché anche in questa deludente stagione, i rosanero hanno esattamente compiuto di nuovo gli stessi errori già visti, peraltro, lo scorso anno. Il cammino fu abbastanza simile: un allenatore con cui iniziare la stagione che è sembrato fin dal primo momento un semplice ripiego, non ce ne voglia il buon Bruno Tedino, e poi a seguire una preparazione fisica che a quanto pare ha avuto qualche problema di fondo unita alla consapevolezza di non essere riusciti a concretizzare il vantaggio acquisito nel girone d’andata. Anche quest’anno, il Palermo ha infatti chiuso la prima parte di campionato da “campione d’inverno”, stavolta addirittura con cinque punti di vantaggio rispetto allo scorso campionato, dove i rosanero avevano solo un margine di due punti sul Frosinone.

Anche questa volta, c’è stato un suicidio sportivo, perché al di là di qualsivoglia giustificazione legata ai problemi societari, giudiziari e chi ne ha più ne metta, i rosanero hanno buttato letteralmente al vento la promozione diretta, regalandola di fatto al Lecce.

Fa riflettere il fatto che in questa stagione, il Palermo abbia addirittura fatto punteggio pieno, sia in casa, sia in trasferta al “Via del Mare”, contro la formazione guidata da Liverani. Ma se le promozioni si costruiscono in casa, proprio come fatto dai salentini, allora il Palermo non è stato capace di esserci nei momenti “decisivi”, così come ormai accade da diverso tempo nella recente storia rosanero.

Fa rabbia pensare a tutti quei risultati, che sulla carta dovevano essere tutt’altro: il pareggio contro il Foggia in casa per 0-0, i tre punti mancati all’ultimo istante contro il Brescia quando l’1-1 delle rondinelle arrivò grazie ad una folata di vento, e poi ancora il 3-0 umiliante e senza senso di Crotone, l’1-1 contro il Venezia, l’1-1 contro il Cosenza, la partita buttata al vento contro il Pescara dove addirittura i rosanero persero 3-2 dopo aver avuto avuto il controllo della gara, il clamoroso pareggio interno per 1-1 contro il Padova, il 2-2 di Livorno arrivato dopo una partita che appariva in pieno controllo del Palermo, e poi infine il 2-2 contro lo Spezia.

Forse a questo punto è inutile piangersi addosso, rimarcare il passato, pensare a ciò che è stato, ma è impossibile non dare uno sguardo a tutte quelle occasioni maledettamente fallite, che avrebbero portato il Palermo in paradiso. A volte non importa vincere contro Benevento, Lecce e Verona, quando nel momento in cui devi affondare il colpo, qualcun’altro risponde presente al posto tuo.

Anche in questa stagione, proprio come nella passata, c’è stato un cambio a 4 giornate dalla fine, da Bruno Tedino a Stellone prima, da Stellone a Delio Rossi adesso, con il “maestro” che è arrivato a Palermo proprio come fece il tecnico romano nella scorsa stagione, per cercare di compiere un miracolo, che ovviamente non è avvenuto.

E tornando al discorso legato ai problemi «esterni», è davvero incredibile pensare come quest’anno il Palermo non abbia potuto praticamente fare mercato e abbia addirittura perso Struna, uno che di certo la differenza in serie B la faceva. Proprio come fece Cionek lo scorso anno, lo sloveno quest’anno ha lasciato i rosanero nella finestra invernale ed al suo posto è arrivato…nessuno. Un altro campionato buttato, un altro anno di inferno dal quale il Palermo non è riuscito a riemergere.

Adesso gli annunci che gridano «Vinceremo i playoff!» non devono essere un motivo d’orgoglio, devono essere il minimo da fare, per una tifoseria che anche quest’anno è rimasta clamorosamente beffata, dopo aver visto il ritorno in paradiso ad un passo. A volte gli errori servono per imparare, a Palermo sembra invece che ci si trovi gusto a rifarli.