Corriere dello Sport: “Ricorso Parma, rischi e chance: il club e Calaiò presentano appello. Ma ora la battaglia dei gialloblù è con il Palermo”

“Si va in aula il 9 agosto, ore 14. Corte Federale d’Appello a sezioni unite, presidente Sergio Santoro. Processo “aperto”, si deciderà sul filo. C’è molto equlibrio. Ieri pomeriggio il Parma, attraverso il suo legale Eduardo Chiacchio, ha depositato l’appello-ricorso contro la sentenza del Tribunale Federale Nazionale in merito al processo per illecito sportivo che vede coinvolto in primis il tesserato Emanuele Calaiò accusato dalla Procura di tentato illecito sportivo e la stessa società per responsabilità oggettiva.  Il 23 luglio scorso, il Tribunale Federale Nazionale ha inflitto una squalifica di due anni e un’ammenda di ventimila euro all’attaccante, reo di aver tentato di «alterare il regolare svolgimento e il risultato finale» ossia posto in essere il tentativo di illecito previsto dall’art. 7, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva in merito al match Spezia-Parma, e inflitto alla società crociata cinque punti di penalizzazione da scontarsi nella stagione 2018-19. Il cavallo di battaglia nelle mani della Procura Federale sono i messaggi inviati da Calaiò tramite WhatsApp al calciatore Filippo De Col dello Spezia. CALAIÒ. Oltre al Parma che chiede il proscioglimento e in subordine una diminuzione della penalizzazione, ha depositato il ricorso in Corte Federale d’Appello naturalmente anche Calaiò, assistito dal legale Paolo Rodella. Il calciatore chiede il proscioglimento e in subordine che il reato sia derubricato ad articolo 1 bis delle norme CGS. La difesa ha delle frecce nella faretra, ma si annuncia una battaglia batticuore. Calaiò vuole uscire da questa situazione “pulito”: «Tutta la mia carriera è stata limpida – dice l’attaccante -. In tutte le piazze dove ho giocato ho sempre dato tutto me stesso. Questa storia non mi appartiene. Non fa parte della mia carriera». LA PROCURA NON C’È. La Procura Federale non ha presentato appello nonostante in primo grado le sue richieste siano state soltanto parzialmente accolte. Infatti, il procuratore Federale aveva chiesto quattro anni e un’ammenda di cinquantamila euro per Calaiò e in pratica la retrocessione in B del Parma, e solo in subordine, sei punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato di Serie A. Gli uffici federali di Via Po hanno ritenuto congrua la sentenza del Tribunale presieduto presieduto da Mario Antonio Scino, e non hanno ritenuto di andare davanti alla Corte Federale d’Appello. Per le difese non è certo di poco conto l’uscita di scena dell’accusa. IL PALERMO SÌ. La Procura Federale in Appello non ci sarà, ma il Palermo sì. Il club rosanero, terzo controinteressato nel processo, ha affidato la difesa all’avvocato siciliano Francesco Pantaleone. Zamparini non fa mistero delle sue aspirazioni: «Il posto del Parma in Serie A spetta a noi».  Tutti in Aula nella canicola pomeridiana del 9 agosto. Inizio ore 14. La sentenza arriverà nella stessa serata”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.