Corriere dello Sport: “Palermo senza pace, Giammarva: «Io sereno!». Intanto ieri…”

L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” riporta in sintesi quanto successo ieri con le indagini che riguardano il patron del Palermo Zamparini e il presidente Giammarva: “Sembra che la Procura di Palermo abbia valutato di chiedere addirittura gli arresti domiciliari per Maurizio Zamparini, ma ha trovato il diniego del gip Fabrizio Anfuso che, qualche settimana fa, non ritenne ci fossero gli estremi per un provvedimento del genere (chiesto anche per due suoi collaboratori). Ma ieri una nuova scure si è abbattuta sul patron e sul Palermo calcio nonostante Zamparini abbia lasciato ogni carica operativa (ma resta sempre il proprietario e colui che prende ogni decisione): nell’ambito della precedente indagine su falso in bilancio e reati tributari per la gestione rosanero fi no al 2016, la Procura ha disposto un sequestro di beni nei confronti del Palermo. L’entità della cifra iniziale era clamorosa, 50 mln di euro, anche in questo caso ridotti dal gip Anfuso a 1 solo milione di euro. I pm Dario Scaletta, Andrea Fusco e Francesca Dessì, gli stessi che avevano chiesto il fallimento del club, istanza poi rigettata dalla decisione del Tribunale fallimentare a fi ne marzo, non hanno mai smesso di credere che la gestione del Palermo fino al 2016 presentasse più di un profi lo di illiceità. E ieri sono tornati alla carica. Ma oltre ai precedenti indagati (con Zamparini anche il figlio Diego, la segretaria e 5 professionisti legati all’imprenditore), la brutta novità è che stato chiamato in causa anche l’attuale presidente Giovanni Giammarva, accusato di aver ostacolato l’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza ed anche di avere trasmesso alla Covisoc, l’organo di controllo del calcio, bilanci non ritenuti esatti.

BRUTTO COMPLEANNO. Giammarva ieri festeggiava i suoi 60 anni e si era concesso una gita a Taormina, prima di volare stamane a Roma per un’altra battaglia giuridica, quella relativa al ricorso sulla gara di Frosinone. Ma è dovuto rientrare precipitosamente in città: «Non ho ancora preso visione diretta degli atti – risponde il presidente del Palermo – ma ritengo che sia ancora uno strascico della vicenda legata alla cessione del marchio. Personalmente sono sereno anche più di prima, la mia iscrizione fra gli indagati è un atto dovuto per il ruolo che oggi rivesto. Zamparini? E’ amareggiato anche per gli eff etti che una storia del genere provoca sui possibili investitori. Ma andremo avanti nei nostri progetti, il Palermo è solido». Il danno sul piano strettamente economico non è ingente e pare che la cifra oggetto del sequestro (1,1 mln, ndc.) si trovi sui conti correnti del club.

STIPENDI PAGATI. Nessuna conseguenza sulla regolare vita amministrativa della società. Gli stipendi (le ultime tre mensilità) sono stati pagati ieri come previsto, e dunque l’iscrizione al prossimo campionato non è a rischio. Ma la vicenda è l’ennesima conferma di un rapporto confl ittuale fra Zamparini e la città che incide sulla serenità di tutto l’ambiente e dunque sulla costruzione di un futuro all’altezza delle aspettative. Le indagini andranno avanti, il Palermo contava di avere smentito l’impressione di un club in crisi grazie all’analisi dei periti del Tribunale fallimentare ma è destinato a non avere pace. E a giocare le sue partite non tanto sul campi quanto nelle aule di giustizia“.