“«Palermo, io firmo subito». Il segreto di Peretti lo rivela la signora Cinzia “

L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” analizza le prestazioni di Peretti, riportando le dichiarazioni della madre Cinzia. Manuel Peretti ha un’ambizione: «Inseguo un sogno. Mi aspettavo di rientrare nei piani del Verona, la squadra della mia città e del mio cuore, e se a giugno non dovessero confermarmi, mi ritroverò svincolato. Se il Palermo mi proponesse: la prossima stagione ti teniamo, firmerei ad occhi chiusi. Mi sento a mio agio qui, amo la città e questa società che mi tratta nel migliore dei modi». Il cuore di mamma va oltre: «Manuel è felicissimo. Questo mi rasserena». Perché la lontananza, in un momento così delicato, ha bisogno di certezze che Manuel, malgrado il disagio, ha trovato. Cinzia: «E’ mio figlio e provo un’ansia infinita. Sarà anche grande per giocare a calcio, per me ha solo vent’anni. Lo penso sempre, chiamo due, tre volte al giorno, parlano anche con il papà e il fratello Omar. Sarà stanco di sentirmi (ride, ndr). Ma, avverto una forte tensione e al nord i bollettini sanitari fanno rabbrividire». La scelta di lasciare Verona e di trasferirsi a Palermo è sua. «La mamma è scoppiata a piangere dicendomi: “Ora quando ti vedo?”», ricorda Peretti. E la madre: «L’ho lasciato partire per il suo bene, perché questa è la sua vita e se lo merita. Oggi, se lo immagino in mezzo alla tragedia del coronavirus, mi passa per la testa che potrebbe avere bisogno di me e non ci sono. Prendo le gocce per stare tranquilla. Un figlio è un figlio. Per fortuna è un ragazzo con la testa a posto, ubbidiente – spiega Cinzia – Questo mi consola. Ha detto che la sua fede va scemando? Non va in chiesa, è vero, non crede nei preti. Vede troppe cose brutte e si chiede se esista un’entità superiore. Ma ha un cuore nobile. Ieri, mi spronava: “Devi dare dei soldi a chi sta male!” Purtroppo, o per fortuna, dice quello che pensa, senza riflettere se avrà o meno riscontri positivi. Ieri, ha fatto il risotto con i funghi e la torta per gli amici, cucinare gli piace, mi manda le foto. Con qualche filmato divertente per farmi sorridere. Tutti gli vogliono bene. In casa, ognuno ha il suo compito. Lui è maniaco della pulizia. Fa la spesa in pochi minuti, si allena in terrazza con gli altri, sta attento a non ingrassare. Tra di loro chiacchierano, hanno la play station e la tv. Insomma, si adatta. E’ un tipo che vive e lascia vivere. Mi manca, ci manca. Lo vedevano tutti i giorni, con lui la casa era sempre viva e piena di gente che si fermava a mangiare e dormire. Adesso invece è un mortorio. Ogni due mesi, andavo a Palermo, città bellissima. Lui mi assicura che ha più di quanto si possa desiderare, però non ce la faccio a resistere. Lunedì scorso, per il mio compleanno, non ho festeggiato: Manuel non c’era». Cinzia mette da parte l’egoismo di mamma: «Un sacrificio da parte nostra è necessario. La sua assenza si avverte. Ma è l’esperienza che voleva, si è sacrificato, come tanti ragazzi, e ha rinunciato a molte cose. E’ deciso e non si arrende. Ci sono state delle situazioni che gli hanno messo il bastone fra le ruote. Al suo posto avrei mollato ma lui crede in quello che fa. Ha reagito e ha avuto ragione. Non pensa neppure alle ragazze. E ce n’erano, a Verona, che gli giravano intorno. Una in particolare lo adora, ma lui vuole questa esperienza calcistica senza vincoli e senza far soffrire nessuno. Per Manuel, un sentimento va coltivato. Se l’epidemia si ferma e gli allenamenti non ricominciano, spero tanto che torni perché non avrebbe senso tenerlo rinchiuso senza fare nulla».