Corriere dello Sport: “Mazzotta già sogna Palermo per sempre”

Il terzino Federico Mazzotta, essendo di Palermo, è tornato a casa. Il calciatore ha indossato la maglia delle giovanili rosanero arrivando fino alla Primavera con la quale ha vinto lo scudetto e dopo 9 anni in giro per l’Italia finalmente il ritorno a casa. Mazzotta è felice per il ritorno e ha già detto che non vede l’ora di esordire. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna de il “Corriere dello Sport” proprio in merito:

“Per le vacanze estive ha scelto la magia di Parigi. Disneyland come regalo per i due figli Ethan e Cristian, 5 e 3 anni, e per una promessa fatta, tempo fa, alla moglie Federica. Ma soprattutto per scoprire il bambino che era in lui. Nel posto più indicato, quello degli incantesimi dove tutto diventa realtà. Antonio Mazzotta sognava il rosanero, da sempre. L’unica maglia scolpita nel cuore, desiderio realizzato dopo 9 anni di attesa. Una favola insomma. La favola del ragazzo di Falsomiele, quartiere alla periferia della città, che nasce calcisticamente in una squadra dominata dalla straordinaria fantasia del trio Cavani, Pastore, Miccoli, allenata da Zenga, con Giovanni Tedesco suo punto di riferimento, ed è costretto subito ad emigrare perché nel suo ruolo di terzino o di centrale di sinistra trova muri insormontabili in Balzaretti, Cassani, Kjaer e Bovo. Un Palermo di livello europeo. Ora, nel nuovo corso di Foschi, senza più i campioni del passato, Mazzotta ritrova le sue ambizioni. E fa di più. Scalza dalla corsia di sinistra il nazionale Aleesami, sicuro partente, e si propone per una stagione da protagonista.

L’ETA’ GIUSTA. A 28 anni, 29 il prossimo 2 agosto, tutte le strade sono aperte. Ma Antonio riparte dalla prima emozione: «L’esordio col Palermo e la prima vittoria. Subito. Per un palermitano, giocare nella squadra della propria città è il massimo. Per 9 anni ho tenuto dentro un magone. Dopo lo scudetto vinto con la Primavera volevo rimanere con i titolari. Ma non mi sentivo pronto. C’erano campioni, non ero al loro livello. Ora è diverso. Mi sono rimboccato le maniche, nelle le squadre in cui ho giocato. Qui, sta nascendo un bel gruppo, mi trovo bene, ci divertiamo. Poi, chi arriva sarà il benvenuto e ci dispiacerà per chi lascia». Tanto ottimismo malgrado una situazione incerta. «Non
è una novità. Ho già vissuto questi tormenti. A Crotone, e anche in altre piazze, ogni anno si cambiavano dieci, undici giocatori. Dobbiamo avere pazienza, resettare tutto, pensare alla nuova stagione. Nello spogliatoio si avverte un senso di rivalsa, i ragazzi vogliono liberarsi dalle scorie dei play off».

TEDINO FOSCHI. L’acquisto di Mazzotta nasce da idee condivise. L’allenatore lo conosceva, come del resto Foschi. Ma queste sono sole referenze. Tedino il posto non lo regala a nessuno. «Ho fatto il quinto a Frosinone con Marino e il terzino per tutta la carriera. Sono a sua totale disposizione. Ancora non ci siamo parlati, ma l’impatto è stato positivo. E’ preparato, me ne avevano parlato bene e non posso che confermare». Ritrova Foschi che lo fece esordire in A con la maglia del Cesena. Debutto con la Lazio, poi titolare contro la Juve: «Appena saputo che col Palermo era tutto concluso, non ho chiesto contratti e cifre. Ero felice come un bambino di realizzare il mio più grande desiderio».

SINFONIA ROSA. Tante squadre frequentate, quasi trecento partite al suo attivo. E quando tornava a Palermo da avversario nella sua testa si agitava una sinfonia di emozioni. «Ho affrontato tre volte il Palermo, due con il Crotone e l’anno scorso col Pescara. Ma al Barbera solo una volta. Per la promozione dei rosanero con Iachini allenatore. Quel giorno, dentro di me partecipavo alla gioia generale e al record dei punti conquistati tolto anche alla Juve di Deschamps. C’erano Dybala e Belotti, la squadra festeggiò in campo. Entusiasmo alle stelle. Una promozione che sentivo come mia». Rivive in un altro Palermo. La situazione è ancora incerta. «Peccato per i play off. Palermo meriterebbe la A, tutta la vita, perché ha storia, tradizioni e grandi tifosi. Adesso bisogna pensare positivo e sperare che questo sia l’anno giusto».