Corriere dello Sport: “La speranza di Eriksen. Due esperti ci svelano un possibile futuro. Cappato e Cecchi «Avesse una infiammazione cardiaca, si potrebbe curare per poi rimuovere il defibrillatore»”

L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sul futuro di Christian Eriksen.

Oggi ha una mini “guardia del corpo”, anzi del cuore. Un soccorritore elettronico automatico che entra in funzione soltanto se si ricrea una situazione simile a quella accaduta in campo a Copenaghen.

Riccardo Cappato, “padre” del defibrillatore interamente sottocutaneo, Direttore del Centro di elettrofisiologia clinica e aritmologia del gruppo Multimedica di Milano, spiega: «Nel caso di Eriksen le ipotesi sono svariate. Mancano elementi della sua storia clinica e di quanto appurato dagli specialisti dell’ospedale danese. Non abbiamo nemmeno informazioni sulla defibrillazione in campo. Di certo la crisi cardiogena è stata grave. Un blocco del cuore da fibrillazione conseguente ad aritmia grave, imprevista e improvvisa. Cause possibili? Molte. Una potrebbe essere preesistente mai individuata e stabile, tipo la cardiomiopatia congenita o la sindrome di Brugada, oppure una miocardite infiammatoria da causa grave (per lo più da virus, come quello del Covid, che non sembra riguardare il cuore ma che poi all’improvviso innesca l’aritmia), o un disturbo elettrolitico. La causa infiammatoria, se si riesce a diagnosticare, è per esempio una causa reversibile, che potrebbe consentire a Eriksen di arrivare a togliere il defibrillatore e quindi tornare a giocare a calcio in Italia».

Cecchi aggiunge: «Quando è arrivato all’Inter è stato sottoposto a tutti gli screening cardiovascolari. E in Italia siamo severissimi in questo campo. Era tutto a posto, così come negli screening inglesi fino al 2019. Ora si possono fare solo supposizioni perché non conosciamo i risultati degli esami fatti in ospedale a Copenaghen. Purtroppo, non c’è coordinamento tra federazioni e tra società calcistiche. Si potesse avere la storia clinica di Eriksen, e non solo quella cardiaca, si potrebbe realmente fare una previsione precisa».