Corriere dello Sport: “Il “re della bicicletta” non c’è più”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla scomparsa di Vito Chimenti.

Il “re della bicicletta” non c’è più. Il calcio italiano piange la scomparsa di Vito Chimenti, inventore del preziosismo (pallone alzato con il tacco e fatto passare poi sopra la sua testa) con cui riusciva a dribblare gli avversari. L’ex attaccante è morto ieri pomeriggio all’età di 69 anni a causa di un malore accusato negli spogliatoi prima della gara del campionato di Eccellenza lucana tra il Pomarico (compagine della provincia di Matera in cui ricopriva l’incarico di allenatore dell’Under 19 e preparatore dei portieri della prima squadra) e il Real Senise. Inutili i soccorsi del 118. Nato a Bari nel 1953, ha impreziosito il suo curriculum di giocatore con tre stagioni in serie A. Categoria nella quale ha collezionato 77 presenze con 13 gol e che ha frequentato a cavallo tra gli anni 70 e 80 con le maglie di Catanzaro, Pistoiese e Avellino. Ha giocato anche nelle serie minori con diverse squadre tra cui Salernitana, Taranto (dove ha concluso l’attività agonistica prima di intraprendere la carriera di allenatore a metà degli anni 90) e soprattutto Palermo.

E’ di 29 reti in 74 presenze il suo score con la maglia rosanero che ha indossato in B tra il 1977 e il 1979 sfiorando il primo anno la promozione e disputando nella stagione successiva la finale di Coppa Italia (in cui ha segnato al primo minuto) persa a Napoli 2-1 ai supplementari contro la Juve. Ha lasciato Palermo 44 anni fa ma Chimenti, idolo del presidente Mirri, emotivamente è come se non fosse mai andato via dal capoluogo siciliano. E il suo profilo era legato anche al Palermo attuale dato che – come ha ricordato il club sul sito ufficiale – in questi ultimi anni aveva rappresentato i tifosi in qualità di membro della Consulta d’indirizzo. Cordoglio anche da parte del tecnico del Cagliari, Claudio Ranieri, compagno di squadra di Vito a Catanzaro: «Mi rattrista la sua scomparsa. Era una persona corretta e leale».