Corriere dello Sport: “Dossieraggio su Gravina. Volevano farlo saltare”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’inchiesta della Procura di Perugia in merito al dossieraggio fuori controllo nei confronti di politici, vip, imprenditori e dirigenti sportivi.

Il pm della direzione nazionale antimafia, Antonio Laudati, e il luogotenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, due tra gli indagati, si sarebbero intrufolati nei sistemi informativi per trovare quel materiale tale da causare l’apertura di dossier pre-investigativi su soggetti non attenzionati dalle forze dell’ordine. In un ambiente in continua fibrillazione come il pallone, a causa delle lotte intestine tra club e leghe, e tra Serie A e Figc in particolare, Laudati e Striano avrebbero trovato terreno fertile mettendo Gabriele Gravina nel mirino.

Lo spionaggio sul Presidente della FIGC comincerebbe a maggio 2022. Quando la Serie A, sempre all’opposizione in consiglio federale, porta la Figc in tribunale contestando l’indice di liquidità ammissivo ai campionati, Laudati chiede al suo capo, Giovanni Melillo, di aprire un fascicolo sul presidente federale su ordine della procura di Salerno. In realtà, si legge nelle carte, «l’origine dell’atto erano le informazioni ottenute da Emanuele Floridi attraverso degli incontri promossi dallo stesso Laudati e poi concordati con Striano» avvenuti alla presenza di ufficiali della Guardia di Finanza. La persona citata è un ex collaboratore di Gravina, divenuto nel tempo un acerrimo avversario.

La strategia è chiara: Laudati tiene coperta la sua fonte e Striano si scatena con gli accertamenti ritenuti dagli inquirenti illegali; così, a marzo del 2023, i due trasmettono alla procura di Roma un fascicolo in cui «ipotizzano attività illecite poste in atto dallo stesso Gravina». Ovviamente il tentativo va a vuoto in quanto non hanno nulla di concreto tra le mani, decidendo così di concentrarsi su persone vicine al Presidente. Anche stavolta la strategia non dà i frutti sperati. Non deve sembrare una coincidenza neppure lo scoppio di questo caso nelle settimane del far west politico-sportivo, in cui Lotito ha paventato l’ipotesi di fare causa alla federazione pur di ristabilire i pesi elettorali della Serie A. E una maggioranza del Governo, contro ogni principio di autonomia dello sport, ha già chiesto a più riprese la testa di Gravina.