Corriere dello Sport: “Debuttanti in panchina e prime sorprese. Il punto di giornata in serie B”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle nuove panchine in serie B.

Tra rinnovate ambizioni e richieste di inderogabili aiuti economici, perentoriamente lanciate da Balata per tenere in equilibrio il sistema, e dunque ancor di più questa Serie B svuotata dalle crisi pandemica ed energetica, il campionato si è rimesso in moto con un anticipo batticuore. In archivio è andata la sosta più rumorosa e inattesa delle ultime annate, con quattro cambi che hanno riproposto non solo il solito copione di presidenti mangia-allenatori, alla faccia dei conti economici perennemente in rosso. I presidenti impazienti ci sono sempre stati. Ma la tendenza a cambiare sottolinea anche quanto ambito sia questo torneo che continua a riservare sorprese. Se è sbarcato, infatti, in panchina un altro campione mondiale come Fabio Cannavaro, non è solo perché il Benevento non ha voluto farsi mancare niente dopo tormenti e tentativi di abbandono per fortuna dei sanniti puntalmente rientrati.

Semmai l’avvicendamento in panchina con tanto di benservito a Fabio Caserta è stato anche tardivo se è vero, come è vero, che il rapporto con il plenipotenziario presidente Vigorito s’era già consumato da tempo, almeno da quella mano sul cuore del facoltoso magnate dell’eolico all’Arena Garibaldi, quando la Strega diede addio ai sogni di gloria nella scorsa stagione rassegnandosi alla B. Ha fatto rumore, però, anche l’esonero di Castori a Perugia e il ritorno in cattedra di Silvio Baldini che aveva avuto il coraggio di dire lasciare il Palermo preda del City Group e adesso si ritrova a fare i conti con Santopadre, uno che bada al sodo non a diventare un emulo di Guardiola. Certo passare dalla concretezza del tecnico marchigiano che solo due anni fa aveva riportato in A la Salernitana, alle filosofie esistenzialiste del coraggioso allenatore massese potrebbe riservare più di qualche sorpresa. Ma mai come ora il calcio è sperimentazione e tentativi di rincorse più o meno ambiziose. E il “Grifo” di Giannitti ancora ne ha. Proprio come Dionigi a Cosenza. Se n’è accorto subito Moreno Longo a cui non è bastato neppure un campione come Fabregas per disinnescare i pericoli di questa cadetteria, avvincente, attrattiva e pericolosa come non mai. Non basta chiamarsi, infatti, Fabregas per lasciare il segno. Si rischia solo di farsi male!