Corriere dello Sport: “CR7 niente derby fuga in Portogallo. Possibile rottura”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su Cristiano Ronaldo e la fuga in Portogallo.

Alla Juve è servito qualche mese per voltare pagina dopo l’addio di Cristiano Ronaldo, cinque per l’esattezza. Lo scorso 27 agosto CR7 lasciava Torino per volare verso Manchester anche se è stato necessario attendere il 31 per l’ufficialità, il 28 gennaio invece è iniziata definitivamente l’era Dusan Vlahovic con tanto di maglia numero 7 per mettere le cose in chiaro tra passato e futuro. La Juve è andata avanti, insomma. Ed è a Ronaldo che a conti fatti la separazione sembra non aver portato i frutti sperati. Con sempre la solita soluzione in arrivo, quando al fuoriclasse portoghese non vanno come sperato, lui se ne va: è successo al Real Madrid, è successo alla Juve. La storia si ripete insomma, fa rumore a livello mondiale, eppure non stupisce più nessuno. D’altronde CR7 aveva scelto il clamoroso ritorno allo United con Ole Gunnar Solskjaer in panchina, accettando la sponda di Sir Alex Ferguson per dribblare all’ultimo momento un matrimonio senza amore come quello che avrebbe accettato nel City di Pep Guardiola. In quello United c’era un Ronaldo che continuava a fare gol, ma i risultati deludevano tutti (un po’ come l’anno scorso nella Juve di Andrea di Pirlo). L’inizio della fine, il 29 novembre scorso: al posto di Solskjaer arriva il sergente di ferro Ralf Rangnick, per Ronaldo cambia tutto, in peggio.

SENZA AMORE. Per mettere le cose a posto, il tedesco ha messo da subito le cose in chiaro: per lui CR7, il CR7 di oggi, è un calciatore dello United esattamente come gli altri. Ma lui, Ronaldo, come gli altri non lo sarà mai. Eppure il fuoriclasse portoghese sembrava anche aver accettato il cambio di rotta, con Solskjaer aveva collezionato 6 gol in 5 partite di Champions, altri 4 in campionato, giocando praticamente sempre e comunque dove-come voleva lui. Con Rangnick non è cambiato il minutaggio, ma i compiti sì: 5 gol in 15 partite complessivamente, sacrificio e lavoro per la squadra come forse mai era stato costretto a fare prima in carriera. Poi alla vigilia della partita con il Manchester City, la rottura, forse definitiva: Ronaldo sarebbe stato escluso dalla formazione titolare, il tecnico dirà per un riacutizzarsi di un problema all’anca di fatto smentito dalla sorella Katia via social, nel frattempo CR7 era volato in Portogallo decidendo quindi di lasciare la squadra da sola in un’occasione così delicata.

LA FUGA. La situazione è delicata, la stagione si concluderà da separati in casa, la prossima settimana torna la Champions anche se sono i playoff con vista sul Mondiale a rappresentare il vero (unico?) obiettivo di Ronaldo per l’immediato. E al termine della stagione Ronaldo andrà via, margini per vederlo ancora allo United e nello United di Rangnick non sembrano essercene. A Jorge Mendes il compito di trovare una soluzione, questa volta per tempo. Anche perché le cose non stanno andando come CR7 sperava a Manchester. E quando le cose non vanno come vuole, Ronaldo se ne va.