Corriere dello Sport: “Caso tamponi. Lotito a giudizio chiama rinforzi”

CLAUDIO LOTITO PRESIDENTE SS LAZIO

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul caso tamponi che coinvolge la Lazio e Lotito.

Sentenza finale, forse. E’ il giorno più lungo per Lotito, presidente imputato arrivato all’ultima battaglia di una guerra multipla, giuridico-politico-sportiva. E’ a rischio il suo posto nel Palazzo, che in tanti sperano di veder demolito. Il caso “tamponi” sarà discusso alle 15 al Collegio di Garanzia presso il Coni. E’ la Cassazione, il terzo grado che non rientra nella giustizia federale. Lotito era stato condannato a 7 mesi in primo grado, a 12 in secondo. Ai 12 mesi s’aggiungono i 3 mesi e 15 giorni di sanzioni accumulate nell’ultimo decennio (2011-2021), totale di 15 mesi e 15 giorni. In ballo c’è di nuovo la decadenza del presidente della Lazio dalla carica di consigliere federale, rappresentante della Lega di Serie A. Dalla sentenza del Collegio del presidente Frattini dipende il conteggio finale delle sanzioni: se la somma totale rimarrà superiore ai 12 mesi (anche 12 mesi e 1 giorno) Lotito decadrà da consigliere federale, manterrà i poteri di presidente della Lazio. La sentenza è attesa in serata, non è detto che sia un verdetto.

Lotito ha cambiato strategia. In secondo grado era stato condannato a dodici mesi assieme ai medici Rodia e Pulcini (più 200 mila euro di multa alla Lazio). Secondo i giudici era consapevole della situazione epidemiologica venutasi a creare all’interno dello spogliatoio della Lazio: «Non ha potuto non rendersi conto della condotta omissiva tenuta dai dottori Pulcini e Rodia», si lesse nelle motivazioni. Tutti gli imputati erano stati difesi dall’avvocato Gentile. Lotito e il suo legale hanno deciso di rinforzare la difesa, la posizione del presidente oggi sarà trattata dal giurista Romano Vaccarella. Gentile assisterà i due medici. E’ stato deciso di separare le questioni, fin dall’inizio Lotito e il suo storico avvocato hanno fatto leva su un punto: la posizione del presidente non è comparabile a quella dei medici. Il Collegio non entrerà nel merito del caso “tamponi”, valuterà eventuali applicazioni errate delle norme o vizi procedurali. E’ il campo di battaglia preferito dal presidente della Lazio e dai suoi legali. In ogni grado di giudizio hanno sollevato una serie di violazioni delle norme di diritto, sarà fatto lo stesso oggi. 1) Le comunicazioni sulle positività non spettavano alla società bensì al laboratorio che le aveva riscontrate (in Uefa il Synlab di Firenze) interessando gli enti pubblici (Regione e Asl di competenza). 2) Il protocollo Uefa alla data dei fatti non era applicabile al campionato italiano. 3) Il protocollo federale, in base al quale la Lazio è stata deferita, integra il codice di giustizia sportiva ed è entrato in vigore il 31 agosto 2020, ma non è stato approvato dal Coni. Quest’ultimo, in casa Coni, sarà un argomento forte. Lotito potrebbe essere presente all’udienza, ma come in Cassazione non ci sarà spazio per dichiarazioni delle parti, si può assistere solo per ascoltare i rispettivi difensori. Dopo il Collegio di Garanzia ci si può rivolgere al Tar, successivamente al Consiglio di Stato, di regola non intervengono sui casi disciplinari.